Se la Brexit facesse la fortuna di Milano? Non si può stabilire a tavolino l’impatto dell’uscita di un Paese europeo dall’Unione, dal momento che non è mai accaduto prima. Possiamo però prevedere che all’eventuale danno economico per la Gran Bretagna (e non solo) si abbinerebbe una profonda instabilità politica. Tuttavia, nel caso in cui il 23 giugno i britannici optassero per l’uscita dall’Unione Europea, le grandi multinazionali con sede a Londra potrebbero pensarci due volte prima di scegliere di restare. Questo alla luce del fatto che le aziende si troverebbero nella condizione di doversi conformare, non solo ai frameworks legislativi europei, ma anche alla nuova legislazione inglese. Non converrebbe, a questo punto, spostare gli headquarters nel continente europeo, in città come Francoforte, Parigi, Berlino, se non addirittura Milano? Per rendere possibile tale eventualità è necessaria la giusta ambizione e una visione chiara degli obiettivi, e il nuovo Sindaco di Milano non può lasciarsi sfuggire questa immensa opportunità.
Ad ogni modo l’esito della votazione di giovedì prossimo non comporterebbe un’immediata uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, poiché gli accordi e i trattati che regolano i rapporti tra Inghilterra ed Unione si basano sulla sua permanenza in essa. Ci vorrebbero da due ai sette anni per rinegoziare i termini di accordi come quelli su Mercato Unico Europeo.