Affaritaliani.it, 14 luglio 2016,
Torno sul Brexit. Torno sulla volontà del Governo di istituire una Free Tax Area su Expo. Perché lo faccio? Perché manca una strategia complessiva, ancora una volta alcuni seguono l’emotività mentre altri seguono il soffio del vento sperando di raccogliere qualche consenso. Come ho già scritto la Brexit ha stimolato la voglia di ridare dignità al nostro paese trasformandolo in un hub per imprese e investitori. Avremmo dovuto farlo a prescindere perché ne abbiamo il potenziale. Non fa nulla, sfruttiamo l’opportunità di una rapida uscita da Londra. Ma facciamolo razionalmente, stabilendo un piano con una visione e degli obiettivi chiari, oltre che una precisa divisione dei ruoli, delle risorse e soprattutto un’analisi dei rischi e delle opportunità, inclusa l’osservazione attenta di quello che fanno altrove. Eh sì, perché l’ormone Brexit ha eccitato gli animi di tutti quelli sempre pronti a negoziare a Brussels o offrire condizioni migliori agli investitori.
Per ora abbiamo assistito ad una sorta di esercizio creativo. Chiunque avesse un’idea per fare dell’Italia la futura Londra l’ha sparata ai media. Alcune sono panzane altre sono iniziative di notevole valore. Meritorio il lavoro della Regione Lombardia con il documento Post Brexit, le opportunità per Milano, la Lombardia e l’Italia che oltre al Comune di Milano sta coinvolgendo molti stakeholder. Lo è soprattutto la richiesta di portare in Italia la Corte Unificata del Brevetto Europe avanzata dall’On. Capezzone con alcuni colleghi, così come quella avanzata dal collega Quintarelli di facilitare l’apertura e la migrazione di start-up fintech. Queste ultime sono idee facilmente realizzabili che dimostrano come prima di tutto serve coltivare un ecosistema favorevole alle imprese e agli investimenti.
Le industrie farmaceutiche non verranno a Milano solo perché – forse – ci sarà l’agenzia europea del farmaco (EMA). A Londra ci sono andate perché oltre all’offerta infrastrutturale della città, oltre al fisco amico, hanno trovato le migliori condizioni per chi brevetta e per chi fa ricerca per brevettare. Londra, come Dublino, offrono un pacchetto di condizioni, un insieme convincente di ragioni. La Free Tax è una figata direbbe qualcuno, ma a chi deve prendere decisioni strategiche interessa poco. Chi deve decidere se lasciare Londra, e trovare un’alternativa, guarda ad all’insieme dell’offerta, cioè all’ecosistema e alle prospettive future. Non a caso, Milano, non parliamo del resto d’Italia, non spunta nei piani delle multinazionali. Ci sono Dublino, Francoforte, addirittura le capitali scandinave. Questo dimostra che il fisco conta tanto, ma le imprese globali cercano altro. Serve quindi prima di tutto sapere esattamente cosa vogliono e poi elaborare un piano d’azione, una strategia per creare quelle condizioni. Fino ad ora abbiamo fatto un brainstorming collettivo. L’estemporaneità creativa ci ha dato gli spunti, ora serve la capacità manageriale. Riusciremo?