Nel secondo trimestre del 2016 il Pil italiano è rimasto invariato rispetto al trimestre precedente, rende noto l’Istat. Il prodotto interno lordo (Pil) è rimasto invariato rispetto al trimestre precedente ed è aumentato dello 0,8% nei confronti del secondo trimestre del 2015.

Nel secondo trimestre del 2016 – secondo i dati Istat – il prodotto interno lordo, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, è rimasto invariato rispetto al trimestre precedente ed è aumentato dello 0,8% nei confronti del secondo trimestre del 2015. La stima preliminare aveva misurato la stessa variazione congiunturale e una variazione tendenziale dello 0,7%. La variazione acquisita per il 2016 e’ pari a +0,7%.

La domanda nazionale al netto delle scorte ha contribuito negativamente alla variazione congiunturale del PIL per 0,1 punti percentuali, per effetto di un analogo apporto della spesa della PA; le altre componenti (spesa delle famiglie residenti e delle ISP e investimenti fissi lordi), hanno fornito contributi nulli. L’apporto della variazione delle scorte e’ stato negativo (-0,1 punti percentuali), mentre un contributivo positivo (+0,2 punti percentuali) e’ giunto dalla domanda estera netta. Rispetto al trimestre precedente, il PIL ai prezzi correnti e’ aumentato dello 0,1% e il deflatore del PIL ha registrato una variazione analoga. Il deflatore della spesa delle famiglie residenti e delle ISP e’ cresciuto dello 0,1%, mentre quello degli investimenti e’ diminuito dello 0,1%. Il deflatore delle importazioni e’ aumentato dello 0,4% e quello delle esportazioni dello 0,1%. In termini tendenziali, il PIL ai prezzi correnti e’ aumentato del 2,1% e il deflatore del PIL e’ salito dell’1,3%. Il deflatore degli investimenti fissi lordi ha segnato un incremento dello 0,7%, mentre quello della spesa delle famiglie residenti e delle ISP e’ diminuito dello 0,2%.

La crescita zero gela il Governo che non può ritenersi soddisfatto da questo ritmo che sottovaluta chiaramente le riforme economiche più strutturali con un impatto sul lungo periodo. Gli effetti delle azioni governative degli ultimi mesi si stanno sgonfiando ed oggi più che mai il Paese ha bisogno di una strategia chiara che incentivi la politica industriale e l’innovazione.

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PNR