E’ il day after.
Trump è il 45esimo presidente degli Stati Uniti ed è un risultato che evidenzia un disincanto accorato verso la politica tradizionale. Un disincanto molto più profondo di quanto fosse stato percepito dai media e dalla stessa classe dirigente. L’American Dream è stato affossato dagli anni più bui della crisi, le disuguaglianze sociali sono aumentate e la mobilità verso l’alto appaltata a momenti migliori. Sull’insofferenza generalizzata di queste dinamiche ha fatto leva la campagna elettorale del Tycoon di New York.
Le elité vengono macinate dalla forza della protesta. Le vecchie regole non funzionano più, così come ha smesso di funzionare la retorica stantia dei partiti tradizionali. E l’Europa deve prenderne atto proponendo un capitale politico più reattivo a questi cambiamenti. Questo vuoto di leadership a Bruxelles inizia a spaventare.
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