Vi stupirò ma i tassisti hanno una ragione nel protestare, ho scritto su La Stampa di ieri che una Democrazia è Liberale quando si da delle regole su come si possano intessere le relazioni tra i cittadini.

I continui rinvii del Parlamento e i silenzi o le urla demagogiche dei governi che si succedono alimentano la confusione e di conseguenza l’instabilità del settore. Ci rimettono i tassisti che hanno investito nelle licenze, i concorrenti che vorrebbero investire in nuovi servizi, e soprattutto gli utenti  che oltre al disagio maturano sempre più sfiducia verso il sistema paese.

Qui non si tratta di singolarità tecnologica, il momento nella storia in cui il progresso tecnologico accelera oltre la capacità di comprenderlo degli esseri umani. Si tratta piuttosto di deficienza di capacità politica, il momento nella storia d’Italia in cui la classe dirigente che dovrebbe creare le condizioni per la libertà e la prosperità dei cittadini, non è più in grado di comprendere quello che sta accadendo nel paese.

Le ragioni dei tassisti si fermano qui però. La difesa di quello che fino a poco tempo fa era sostanzialmente un monopolio è una follia ideologica che nega il progresso tecnologico e l’innovazione e che obbligherebbe gli utenti, e quindi i cittadini, ad usufruire di un servizio di scarsa qualità. I tassisti devono abituarsi e adeguarsi alla competizione, perchè fa bene agli utenti, all’economia, ma anche a loro.

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PNR