Basta mense, bar o ristoranti, il lavoratore smart vuole il cibo da casa. Più salutare, più economico? 5 modi per una buona schiscetta.
Sarà per via della crisi che ci ha colpiti nel 2008 o sarà per la voglia del cibo di casa. Sarà anche perché siamo stufi dei bar e dei ristoranti. Fatto sta che sempre più professionisti si armano di pazienza e preparano la schiscetta per il pranzo del giorno dopo.Persino i più pigri in cucina dedicano il loro prezioso tempo a prepararsi il pranzo. Basta poco, o la sera prima o la mattina, in pochi minuti il pranzo è pronto.
Costa meno – anche se a volte è un impressione. E’ comunque fatto con avanzi di altri pasti.
E’ fatto da noi quindi sappiamo cosa mangiamo.
E’ un modo per prenderci cura di noi.
In dialetto lombardo la “schiscetta” (derivazione dal verbo “schisciare”, ovvero schiacciare) “è un piccolo contenitore in alluminio o ferro con chiusura a buona tenuta nel quale viene introdotto pasta o riso o altri cibi già pronti al fine di poterli riscaldare quando è il momento del pranzo di
mezzogiorno”.
Ma come preparare una schiscetta come si deve? Che resiste agli spostamenti, alla temperatura e alle nostre frenesie? Lo scopriremo nel prossimo PNR.
L’importante è che quando si apre la schiscetta che è stata ben conservata, ci si sposti dalla scrivania o dal luogo dove si opera e scegliere un’area tranquilla, possibilmente all’aperto, dove svagaci, pensare ad altro che non siano le attività professionali su ci eravamo concentrati fino a poco tempo prima. La schiscetta è un modo per restare da soli o anche per socializzare, ma staccando completamente dalle attività professionali e dagli strumenti, come i dispositivi mobili o i computer, che usiamo per esse.
Come fare una buona schiscetta? Nel prossimo PNR lo scoprirai.
Redazione PNR