di Piero Tatafiore
E’ bello, ogni tanto, avere nuove consapevolezze. Quella di oggi è che sono il salvatore della Rai. Non me ne ero mai reso conto. Ma dopo aver sentito la presidente della tv di stato Monica Maggioni dire che ha salvato la Rai con gli 11.2 milioni di euro a Fabio Fazio, ho acquisito questo nuovo ruolo. Perché se do 2.8 milioni di euro all’anno a un collaboratore e sono in un’azienda pubblica, lo posso fare grazie a chi mi paga il canone. Anzi, a chi è OBBLIGATO a pagare il canone con una sorta di prelievo forzoso dalla bolletta della luce. Non voglio entrare sulla liceità o meno di dare tutti quei milioni di euro a un artista (artista e non altro, così non gli vale il limite di 240.000€ l’anno imposto dalla legge a chi lavora per le aziende pubbliche, Presidente della Repubblica incluso), ma da “azionista” e salvatore voglio entrare sulle motivazioni del cda e del Presidente Rai per un rinnovo così eclatante. In Commissione di Vigilanza Rai la Maggioni ha dichiarato: “Fabio Fazio fa parte della storia della Rai. Vedere transitare quel marchio, quel volto, quel format su un’altra emittente avrebbe comportato uno scossone al quale non so se la Rai avrebbe retto in termini di sistema”. E ancora “In ogni caso io non posso fare a meno di pensare che c’è un’azienda e che ci sono 13mila dipendenti e che uno scossone in termini di ascolto molto significativo a un’azienda di questo tipo, all’interno di quel sistema e di quei bilanci si poteva tradurre in problemi seri e sistemici per l’azienda”. C’è molto da obiettare: vero che Fazio è un volto Rai, ma meno di quanto lo fosse stato Pippo Baudo nel 1987 quando andò all’allora Fininvest. Eppure la Rai è sopravvissuta. E che dire allora di un altro che in Rai ci è nato, Massimo Giletti? Dopo quasi 30 anni rischia di andare via perché gli hanno chiuso l’Arena, che viaggiava costantemente sopra il 20% di share. Nessun rischio ascolti in quel caso? E dire che guadagna il 17.8% di quello che Fazio prenderà in un anno: 500mila contro 2.8 milioni. Se si facesse un rapporti costi/share non so chi ne uscirebbe peggio.
Anche le dichiarazioni del consigliere di amministrazione Arturo Diaconale sono state spiazzanti: “Siamo stati costretti a sottoscrivere il contratto di Fazio perché […) altrimenti avrebbe firmato con una azienda concorrente […] e avremmo potuto rispondere per un danno all’azienda”. E’ come dire che il Milan è obbligato a sottostare alle richieste di Raiola per trattenere Donnarumma altrimenti se ne va al Real e i dirigenti sono passibili di denuncia. Senza contare che questa dichiarazione mette Fazio sotto una pressione fortissima: ora è obbligato a fare sempre almeno il 30% di share con le sue nuove trasmissioni su Rai Uno.
Ma che se ne fa una televisione sussidiata coattivamente dal canone della corsa all’audience? Forse gli introiti provenienti dalla pubblicità servono ad alimentare questi compensi così alti. Un po’ il cane che si morde la coda.
Assodato che quindi non è stata la Maggioni a salvare la Rai, che non è stato Diaconale visto che è stato costretto a votare a favore non resto che io, con i miei 100€ annui prelevati direttamente in bolletta: 13.000 dipendenti Rai, ringraziatemi!