Ischia crolla. Così come crollano altre parti d’Italia. Le ragioni sono molteplici. Vanno certamente imputate alla forza della natura, ma anche – e soprattutto – alla stupidità dell’uomo. In questo caso dell’uomo italico. In Val Bregaglia, al confine con la Lombardia, un sistema di sensori ha previsto una frana di 4 milioni di mc. Gli abitanti sono stati evacuati per tempo, la maggior parte degli edifici non ha subito danni, la circolazione è stata interrotta solo per qualche ora.
In Italia parte il piagnisteo, si muovono i tribunali senza emanare sentenze, e si mette in moto la ormai proverbiale macchina della solidarietà. In Svizzera invece, la vita continua come prima. O meglio, si continua a studiare come prevenire eventuali fenomeni naturali per salvare vite e ridurre i costi. Lo si fa attraverso il metodo sperimentale, cioè la scienza. Mentre da noi prevale la solita emotività che si mescola alla cultura corporativa, cioè gli interessi clientelari dei piccoli clan che si formano sotto le migliaia di campanili d’Italia.
Così la tecnologia viene applicata per migliorare il rapporto uomo-territorio, cioè il benessere e la sostenibilità. Questa è la smart city. Per farlo servono competenze, serve cioè educarsi. Chi gestisce il territorio, chi costruisce, chi progetta, ha visione e know-how.
Esattamente l’opposto di quanto succede da noi, come scrissi precisamente un anno fa per La Stampa: il geologo è amico del geometra e mobbizzato dal costruttore. L’ingegnere è parente del costruttore che è amico del geometra del comune. I manovali sono degli scappati di casa, che hanno scarsissime conoscenze tecniche. Per loro costruire una cuccia per il cane o una casa in territorio sismico è la stessa cosa. L’utente, cioè il cittadino che sa tutto di social e app, non sa nulla di come la sua casa è fatta.
Le cause del disastro di Ischia non vanno ricercate nell’abusivismo, ci spiega un Padre. Infatti, vanno ricercate nell’idiozia di chi fa gli abusi e di chi non sa o non vuole costruire come si deve. Le cause vanno ricercate nell’idiozia tutta italiana di chi alla scienza preferisce l’emotività e la superficialità di affermazioni che rinfrancano le nostre credenze. Questo spiega perché, l’Index of Ignorance, di Ipsos Mori, uno studio sulle false percezioni su varie tematiche economiche e sociologiche per esempio, ci classifica ultimi.
Siamo degli ignoranti…ma solidali. Anzi eco-solidali. Ma questa è un’altra storia.
E cosi anche quest’anno il rientro è tristemente segnato da crolli. Su questo scrive con grande lucidità Raffaello Morelli. Purtroppo molto piu seri di quelli “emotivi” che ci aspettano alla ripresa a pieno ritmo delle attività lavorative. Pocah ci consiglia come affrontare il Blues Post Vacanza mentre per chi ha già superato la sindrome da rientro ci sono i preziosi suggerimenti di Roberto Ruggiero e di Benedetta Fiani. La new entry Maria Serra ci spiega come usiamo male i fondi europei e cosa dovremmo fare per meglio spenderli.
Vi segnalo gli interventi in RAI su concorrenza, politica economica e manovrina, così come il pezzo più filosofico su oranghi, sostenibilità e scienza.
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