di Roberto Ruggiero
Se alla presentazione di un nuovo piano aziendale nessuno è in disaccordo, se le persone hanno paura ad esprimere liberamente la propria opinione, se si nota che l’apatia si diffonde durante le riunioni di definizione di un nuovo progetto, sicuramente c’è una problematica di comunicazione e relazione all’interno del team. Al lavoro è normale che ci siano opinioni discordanti tra due o più persone; il disaccordo è necessario per migliorare lo sviluppo di un progetto e rendersi conto di potenziali errori di valutazione che da un unico punto di vista spesso non sono chiari. Anche se la divergenza può facilmente condurre ad un conflitto interno (di cui abbiamo parlato in PNR36), la non concordanza di opinioni è differente dal conflitto.
Il disaccordo avviene spesso quando un punto di vista si discosta da un altro dovuto ad una diversa percezione che si ha di una determinata situazione. Invece il conflitto è una discordia che fa sentire gli interlocutori minacciati gli uni dagli altri. Sia le controversie che i conflitti sono estremamente positivi e necessari al fine di aumentare il livello di conoscenza tra i colleghi per costruire un clima collaborativo all’interno del team. Il ruolo del buon manager è sicuramente quello di trasformare una situazione di disaccordo in un’ottima opportunità per migliorare la relazione e la comunicazione tra i membri del team. Vediamo alcuni consigli su come meglio comportarsi quando viene espresso disaccordo.
Primo: ascoltare con attenzione. Il primo obiettivo è di ascoltare con attenzione il punto di vista di chi esprime il dissenso per capire pienamente quali sono i suoi dubbi e le sue paure. Porre molte domande è il primo passo per mostrare l’interesse al disaccordo, infondendo un clima positivo nella ricerca della soluzione. Provando a mantenersi oggettivi e legati a fatti e a dati, è importante che non vengano portate avanti questioni di principio legate a esigenze o disagi personali. Un buon consiglio è quello di ripercorrere tutti i punti che hanno portato alla divergenza ed analizzarli in dettaglio in modo da avere il tempo di capire se l’opinione contrastante è veramente legata ad una problematica oggettiva.
Secondo: mantenere la professionalità. Essere in disaccordo non vuol dire essere aggressivi e maleducati. In qualsiasi situazione di controversia trattate sempre l’interlocutore con rispetto e cordialità dato che ci si aspetta che la persona di fronte faccia lo stesso. Per esempio, presentare il proprio disaccordo abbassando la voce nella discussione porterà l’interlocutore a doversi concentrare sulle parole e a non agitarsi. Un tono di voce tranquillo e rassicurante farà sicuramente calare il livello di stress ed agevolerà la discussione per risolvere il contrasto.
Terzo: ricercare insieme la soluzione. Quando il disaccordo è ormai ben espresso e chiaro a tutti, se gli interlocutori sono saldi sulle proprie posizioni con la convinzione di essere nel giusto, diventa necessario focalizzarsi sul risultato che si vuole raggiungere e non su chi ha ragione, valutando una lista di opzioni che possano più o meno accontentare tutti gli attori in disaccordo. Evitando di creare fazioni e partiti, è necessario coinvolgere anche coloro che non hanno espresso dissenso al fine di ricercare la soluzione migliore e condivisa. Questo agire di squadra rinforzerà la potenzialità del team a lavorare insieme. In conclusione, quando il disaccordo sarà costruttivamente diventato una soluzione, è utile enfatizzare l’importanza di esprimere il dissenso. L’ultimo passo è considerare la questione chiusa e concentrarsi sulle nuove sfide. Guardare indietro è utile solo per capire quali sono stati gli errori fatti da evitare in futuro.