di Pietro Paganini
La pasta è tra i simboli del nostro paese. Racconta chi siamo. Rappresenta l’eccellenza italiana nel mondo.
La vogliamo celebrare proprio quando la nostra leadership mondiale è minacciata da un provvedimento masochista che il presente governo sotto la pressione delle più retrogradi e autoreferenziali corporazioni del nostro paese ha promulgato infrangendo i principi fondamentali della libera competizione della UE.
- Il governo (Calenda – Martina) obbliga – contro il parere della UE – i produttori di pasta ad indicare sui propri prodotti l’origine del grano.
- La trasparenza è l’obiettivo del governo, a beneficio dei consumatori.
- Il governo e le corporazioni che dovrebbero garantirne la rielezione sperano infatti, che il consumatore preferisca i prodotti con grano italiano, a scapito. Peccato che non funzioni così: la qualità della pasta non dipende dall’origine del grano.
- Così, il consumatore è ingannato dall’origine del grano. Si illude che il grano italiano sia migliore. Non è così.
Perché?
(i) La produzione media di grano non è sufficiente a soddisfare i bisogni dei molitori e dei pastai. L’importazione di grano dall’estero è quindi una necessità irrinunciabile per soddisfare la domanda del mercato interno ed estero.
(ii) La qualità del grano è scarsa (es. proteine e glutine) per soddisfare le formule che i pastai hanno elaborato per produrre pasta di alta qualità.
(iii) Il grano importato dall’estero soddisfa le necessità dei pastai italiani il cui obiettivo finale è accontentare il consumatore con pasta di alta qualità a prezzi competitivi e contenuti.
E’ protezionismo!!! Il governo e le sue lobby ingannano i consumatori e illudono gli agricoltori.
(a) Gli agricoltori si illudono che così venderanno il loro grano di bassa qualità a prezzi giù alti. Promettono investimenti per migliorarne la qualità. Dobbiamo credergli?
(b) Sfuggono la competizione estera senza affrontare il loro vero problema: sono troppo piccoli e frammentati. Dovrebbero consolidarsi in gruppi e consorzi, investire insieme, seguire il modello francese o anglosassone.
(c) la polverizzazione del mercato agricolo giova soltanto ai burocrati che ne gestiscono le corporazioni: meglio tanti piccoli soci (ingenui) che pochi grani player (ben gestiti).
Abbiamo già sperimentato una Battaglia del Grano. Gli esiti sono stati pessimi. Dagli anni 50 rincorriamo una vera riforma agraria a cui le corporazioni si oppongono. L’agricoltura di precisione potrebbe essere uno stimolo per gli agricoltori più giovani a guardare all’estero e al futuro.
Dobbiamo tutelare l’eccellenza italiana difendendo la qualità della pasta. Molitori e pastai devono scegliere liberamente il grano da utilizzare senza la minaccia protezionista poter pianificare e gestire efficientemente il processo produttivo senza essere obbligati ad interagire con la polverizzazione del settore agricolo italiano.
Da sempre i pastai lavorano per promuovere l’agricoltura italiana, investendo nell’innovazione e favorendo la sostenibilità. Il governo dovrebbe sostenere queste iniziative invece di difendere gli interessi di bottega dei burocrati che dirigono le corporazioni.
PERCHE’ E’ IMPORTANTE? Non siamo più i soli a produrre pasta. Turchia, USA e paesi del medioriente, si stanno imponendo prepotentemente sul mercato globale guadagnando fette di mercato. Questo provvedimento gli spiana la strada, mentre incatena i pastai italiani.
PERCHE’ SOSTENERE LA FILIERA DELLA PASTA? Non siamo più i soli a produrre pasta. USA, Turchia e Medio Oriente si stanno imponendo sul mercato globale.
(i) Il mercato italiano è maturo. Dobbiamo innovare e dobbiamo esportare.
(ii) Fatichiamo in Unione Europea, va meglio verso il resto del mondo, dove però aumenta la concorrenza.
(iii) La competizione globale si vince con la qualità. Se giochiamo sul prezzo rinunciamo agli investimenti. Perdiamo.
COSA POSSIAMO FARE Dobbiamo puntare sulla qualità, favorire l’innovazione e promuovere l’export. Il provvedimento sull’origine del grano invece, impoverisce la nostra filiera produttiva, inganna i consumatori e illude gli agricoltori.
Se vogliamo continuare ad essere l’eccellenza dobbiamo sostenere gli investimenti e la libera iniziativa dei pastai, e soprattutto, liberarci da questo decreto.
IL FUTURO La pasta è un elemento fondamentale della nostra dieta i cui benefici sono stati dimostratI dalla scienza. Resisterà così alle mode dettate dall’emotività e dalle bufale.
La pasta del futuro continuerà ad essere tra i nostri alimenti preferiti mantenendo il legame con il passato e la tradizione.
Le stampanti 3D per esempio, proietteranno la pasta nell’età della personalizzazione, quando cioè, come le mamme di una volta, saremmo noi con i nostri robot a tirare la sfoglia. Come una volta, appunto.