Non rimandare a domani ciò che puoi fare dopodomani (Mark Twain). Si vota in Sicilia. E’ una regione tecnicamente in bancarotta. Nessuno dei candidati alla presidenza ha affrontato il grave problema del debito e delle inefficienze. Così sarà per le prossime elezioni politiche. Si eviterà di discutere il fardello del debito (133% del PIL) così come si girerà intorno a tutte le questioni chiave. Del resto, lo stesso fenomeno lo stiamo registrando con la legge di stabilità in discussione: è un procrastinare continuo. Si rimandano non solo le decisioni, ma persino il semplice affrontare i problemi.
Il PROCRASTINARE è il tema della PNR43. Hanno contribuito a stimolare la riflessione Filomena Furlan, Ignazio Senatore, Dan Wiesenthal e Hilit Cohen, oltre a Benedetta Fiani, Raffaello Morelli, Pocah, Roberto Ruggiero, Maria Serra, e Lucrezia Vaccarella.
PERCHE’ E’ IMPORTANTE? Il procrastinare nell’affrontare i problemi che la realtà ci pone mette in crisi la convivenza tra individui e quindi ne limita la libertà.
– Il procrastinare è la ragione per cui fatichiamo a costruire una Società più Aperta.
– Procrastinare rallenta la produzione e diffusione delle conoscenze, e quindi il funzionamento del meccanismo di prova ed errore tipico del metodo sperimentale.
Ritardiamo così, a risolvere alcune questioni importanti:
- il debito – 133% sul PIL
- la riforma delle strutture dello Stato
- la riforma della didattica scolastica
La lista è ancora lunga.
Le ragioni per cui in Italia si tende a procrastinare sono molteplici, ma riconducibili ad un atteggiamento individuale dove si mescolano:
(i) l’insofferenza o addirittura la negazione della realtà delle cose (timidezza scientifica) a cui si preferisce un’idea di come le cose dovrebbero essere (forte idealismo);
(ii) la resistenza (paura) a prendere decisioni che potrebbero cambiare la realtà alterando lo status quo, indebolendo quindi privilegi e posizioni acquisite. Si preferisce conservare;
(iii) diffidenza verso il tempo come variabile dinamica e conseguente difficoltà nel proiettarsi nel futuro.
COSA DICE LA SCIENZA? Secondo alcune ricerche procrastiniamo perché nel futuro proiettiamo un sé diverso dal sé presente. Ci deresponsabilizza: diamo più importanza al momento, evitando di considerare le conseguenze che potrebbero realizzarsi nel futuro. Proprio perché il sé futuro è altro rispetto a noi. Per altri, le ragioni sono genetiche, ereditarie. In entrambi i casi ci sono delle soluzioni che psichiatri, psicologi e motivati elaborano.
In Italia ci nascondiamo dietro ad Hayek per cui l’organizzazione spontanea è più produttiva dell’organizzazione centralizzata. Ci sentiamo talmente creativi che procrastiniamo molto. Ma alla fine che cosa otteniamo? Il problema è che confondiamo la creatività con la furbizia. Infatti, i conti non tornano, ci stiamo impoverendo.
COSA FARE? Continuiamo a porre le questioni, affrontiamole e risolviamole. Sbagliando, anche. Solo chi procrastina non sbaglia. Ho aperto con Twain, vorrei chiudere con l’Ispettore Giraldi: chi la fa sotto la neve, fa il buco e poi lo copre. Ma quando la neve si scioglie…
Buona settimana, da Anversa
Paga