di Riccardo Neri
La Censura come esercizio di potere risale all’inizio del secolo e veniva applicata solo alla stampa. Aumentata durante il ventennio fascista e poi supportata dal Vaticano, applicata al cinematografo negli anni 30, in alcuni casi, ha rallentato l’ammodernamento socio culturale del paese, in altri ha sicuramente preservato effetti negativi sul pubblico.
Applicata al cinema, per lungo tempo non ha seguito l’evoluzione della cultura e della tecnologia, per poi accelerare il processo di ammodernamento del giudizio sui contenuti di un film. Celebre la condanna del capolavoro di Bernardo Bertolucci “Ultimo tango a Parigi”, addirittura dato alle fiamme con interdizione per diversi anni dai pubblici uffici del regista e condanna.
Un inutile accanimento che ha permesso al film, in seguito, di ottenere un successo planetario. Tecnicamente si richiede il visto censura, per ottenere nulla osta all’uscita in sala, mentre per la diffusione televisiva non è necessario.
Ottenuto il visto censura, l’opera può essere diffusa in sala e proiettata in pubblico. In conclusione, è di certo necessario un controllo, ma è altrettanto vero che tale controllo deve essere modulato in base a diversi elementi e non gestito in maniera standard.
Riccardo Neri ha 50 anni, di cui 28 trascorsi sui set cinematografici in tutto il mondo. Una vera e propria gavetta iniziata da segretario fino ad arrivare a produrre film, documentari e pubblicità e ad assistere clienti straniere per produrre in Italia. 2 figli, residente nella Roma che ama e che vorrebbe trasformare nella città più moderna e funzionale del mondo. Odia la burocrazia, l’ipocrisia, la falsità.