di Pocah
Natale sembra ieri ma incredibilmente siamo già alla prima settimana di febbraio, e al bar la mattina si sente il profumo delle frappe (o chiacchere), rigorosamente senza olio di palma, un buon motivo per evitare calorie di troppo, visto che nonostante i buoni propositi, non riesco ad allenarmi quanto vorrei.
E proprio qui volevo arrivare: i buoni propositi che puntualmente faccio all’inizio dell’anno dopo un mese sono ancora lettera morta.
E’ statistica, pura e semplice, il 99.9% delle persone hanno già disatteso le proprie “New Year Resolution”.
Che si trattasse di fare piu attività fisica, leggere di più, dormire di piu, mangiare di meno, essere piu disponibili verso il prossimo, non aprire bocca a sproposito o non mangiarsi le unghie, poco importa: avremo quasi tutti già mollato prima di fine mese.
E come se non bastasse c’è uno stuolo di saputelli on-line che dispensa consigli preziosi su come restare sul pezzo. Ormai la mia mail box è intasata di consigli su come vivere magri, atletici e felici, su come trovare il tempo per se stessi, per figli, partner, amici, avere successo sul lavoro e fare e risparmiare tanto denaro e soprattutto sentirsi meno inetti e frustrati.
Comincio a pensare che uno dei motivi per cui continuo a lisciare gli obiettivi sia proprio il fatto che perdo un sacco di tempo a leggere queste perle di saggezza invece di darmi seriamente da fare.
Un altro motivo forse è che gli obiettivi che mi prefisso sono troppi, e troppo ambiziosi.
Perciò, questa mattina, dopo l’ennesimo flop, ho deciso che è ii caso di provare a rivedere i miei obiettivi in chiave SMART, sperando che questo mi aiuti a conservare un minimo di autostima. Del resto, per una che ogni tanto scrive sul #PNR mi sembra il minimo, visto che ci vantiamo di proporre una newszine “for smart people only”.
Forse non tutti sanno che la parola inglese SMART è anche un acronimo utilizzato nel management per indicare le cinque caratteristiche che dovrebbe avere un obiettivo aziendale:
S – specifico
M – misurabile
A – attuabile
R – rilevante
T – tempificato
Pensandoci bene, anche se è prestata dalla pianificazione strategica, l’idea potrebbe funzionare per mettere a segno risultati concreti anche nella vita di tutti i giorni.
Un esempio banale?
Obiettivo fitness: Non basta fare come me, che la scorsa settimana ho rinnovato il mio abbonamento annuale nella palestra più glamour della capitalee non ci ho ancora messo piede.
Bisogna fissarsi un obiettivo SMART:
- Specifico: Cerchiamo di essere concreti … quante volte al mese ? La settimana per me è un arco temporale troppo breve, sono spesso fuori per lavoro e rischio di non essere costante, almeno così avrò il tempo per recuperare ….
- Misurabile: Misurare e registrare i progressi. Quanti burpies senza farmi venire un infarto ? Quanta pancetta voglio eliminare per sfoggiare una bella tartaruga al mare? Che sia un’app o un blocco per appunti poco importa. Magari inizierò anche io a farmi dei selfie per monitorare i miglioramenti (o peggioramenti … ).
- Attuabile. Inutile puntare all’impossibile, non parteciperò mai alla Maratona di New York. Focalizzarmi su obiettivi più raggiungibili mi farà sentire meno frustrata.
- Rilevante. Cioè un obiettivo che mi stia veramente a cuore e non qualcosa che stabilisco spinta dall’emotività o dallo spirito di emulazione. Cosa mi farà stare meglio? Una intensa sessione di crossfit o una noiosa lezione di acquagym ? Oppure una lezione di yoga con il mio compagno seguita da una puntatina alla SPA ? Alla fine conta anche la gratificazione.
- Tempificato. Voglio ritornare ad avere una regolare attività fisica: significa rivoluzionare le mie abitudini, mi devo dare del tempo, non basta un mese. Prefissarmi dei mini-traguardi intermedi e progressivi potrebbe aiutare a non scoraggiarmi.
Abbassate l’Asticella, buttate il cuore oltre l’ostacolo e seguiteci su #PNR: For S.M.A.R.T. People Only 😉