AI: La Fine dell'Homo Sapiens
 AI: la Fine dell’Homo Sapiens – Buona Domenica 🌈 è finalmente primavera L’Homo Sapiens sta per lasciare il posto all’Homo Digitale. Abbiamo raggiunto la capacità computazionale e le conoscenze biometriche per conoscere, gestire e manipolare i dati che riguardano la nostra persona. I dati sono la materia prima. Chi vi avrà accesso? Chi controllerà gli algoritmi per gestirli? Romeo Orlandi e Riccardo Rossotto ci forniscono un antipasto del futuro che ci aspetta, opportunità e minacce, e scenari geopolitici. E poi…la Casa Smart di Google al Salone, lo Shopping Smart, e il Robot migliore amico dell’uomo. 

 AI: La Fine dell’Homo Sapiens – Chi controlla i nostri dati? Dobbiamo provare a rispondere a questa domanda per tutelarci con delle regole prima che sia troppo tardi. Siamo infatti quasi giunti alla estinzione dell’Homo Sapiens, il che non è necessariamente una brutta notizia. La prossima tappa nell’evoluzione della nostra specie sarà quella dell’Homo Digitale, il prodotto della rivoluzione dell’InfoTech e del BioTech
Dimentichiamoci come siamo fatti. Il prossimo sarà l’uomo le cui molte parti saranno prodotte, gestite (e controllate) digitalmente, sia come protesi, sia come patrimonio genetico e chimico. I dati saranno la materia prima di questa nuova fase storica. Chi avrà accesso ai dati ci conoscerà molto più di noi stessi. I nostri dati saranno gestiti con algoritmi che non saremo noi a produrre, ma altri, aziende e governi. Quindi non saranno più i nostri dati.

PERCHE’ E’ IMPORTANTE?   Chi avrà accesso ai dati, sarà anche potenzialmente in grado di manipolare l’evoluzione umana. Potrà controllare i nostri comportamenti, semplicemente con un algoritmo. Oggi ci preoccupiamo dell’intrusione malevola nei nostri dispositivi, nelle reti elettriche e nei sistemi di controllo delle auto e degli aerei. Domani, con l’Homo Digitale dovremmo proteggerci dall’hackeraggio delle nostre funzioni corporee. 

CONOSCERE E CONTROLLARE   Non si tratta solo di avere accesso in tempo reale ai nostri dati più intimi, quelli che nemmeno noi saremmo in grado di conoscere. Non si tratta solo di conoscere la pressione del sangue piuttosto che lo stato delle nostre emozioni per venderci un prodotto (un farmaco, un alimento o un vestito), ma molto più sofisticatamente per esempio, conoscere in anticipo (da bambini) le nostre tendenze sessuali o le nostre propensioni cognitive, in altre parole, la proiezione di chi saremo. L’algoritmo e chi lo detiene e controlla potrà intervenire per modificare e indurre i nostri comportamenti


AI E MACHINE LEARNING NON RIGUARDANO SOLO LE MACCHINE   ma noi stessi, proprio la prossima generazione dell’uomo. L’Intelligenza artificiale opererà per agevolare la nostra esistenza, nella situazione migliore, o per controllare e manipolare la stessa intelligenza umana. Non è la macchina che ci porta via il lavoro e ci aiuta nella vita di tutti i giorni, ma è un’intelligenza che influenzerà direttamente le nostre funzioni vitali, compresa la nostra stesse capacità cognitive, e la capacità di immaginare e di sognare. Le macchine non saranno forse mai in grado di immaginare come si è soliti dire, per sollevarci dalla paura di essere scavalcati in tutto, ma potranno condizionare la nostra di immaginazione. 

IL DOMINIO GEOPOLITICO   Chi controlla dati e l’algoritmo? L’analisi di scenario è impietosa quanto preoccupante. Si stanno imponendo poche grandissime aziende – corporation – e pochi governi in quella che è ormai una guerra geopolitica il cui obiettivo resta il medesimo di sempre: la conquista della materia prima. I DATI. 

I CONTENDENTI   sono essenzialmente due, Cina e USA, con la Russia che cerca di impiegare l’unico strumento che ha, cioè quello dell’hackeraggio. Solo Cina e USA infatti, hanno gli strumenti per stimolare la fine delHomo Sapiens, cioè la capacità di computazione – COMPUTING POWER – e l’accesso alle informazioni BIOMETRICHE. 

L’EUROPA si gode lo spettacolo preoccupandosi delle questioni marginali e ignorando le opportunità e i pericoli di quanto sta avvenendo. Il FUTURO sembra non riguardarci più, siamo troppo impegnati a preservare il presente inseguendo quell’idea fissa ed emotiva senza comprendere che il TEMPO cambia le cose. Tuttavia, l’Europa resta l’unica, che per tradizione giuridica e filosofica, storia del pensiero, e propensione culturale, potrebbe essere in grado di elaborare le regole affinché questo nuovo CRUCIALE SCALINO DELL’EVOLUZIONE UMANA non finisca per limitare quanto abbiamo costruito, in termini di Libertà, ma piuttosto ad ampliarla. 

QUALI RISPOSTE?   Non lo so. Ma certamente dobbiamo porci il problema e affrontarlo, non in chiave storicista, come si finisce per fare, ma secondo il metodo sperimentale. Cominciamo a discuterne, osando. 
 
Buon Fine Settimana, da Roma 🙏
Paga

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PNR