Scuola: Beata ignoranza
Scuola: Beata IgnoranzaPNR87 – Pietro Paganini –  image courtesy of NYT and Ellen van Engelen
Si ritorna a scuola. Questo Governo sembra ignorarlo, negando qualsiasi importanza a quello che dovrebbe essere il primo punto in agenda. Invece non ve ne è traccia nel famoso contratto. Evitiamo battute sui vice premier, e proviamo a dargli qualche rapido suggerimento. 
 
PERCHE’ E’ IMPORTANTE?   molto ovvio, ma non per questo Governo, a scuola si elaborano quelle conoscenze di cui le nuove generazioni si serviranno per costruire il futuro. Dati alla mano, paesi con investimenti (sul PIL) elevati e continue innovazioni della didattica hanno una crescita più rapida e costante. Sono questi i paesi, come la Finlandia, dove le nuove generazioni sono al centro della società e dell’agenda politica. 
 
IL POPULISMO E’ IGNORANTE   perché di fatto ignora l’importanza delle conoscenze e del metodo scientifico. Il populismo si caratterizza proprio per la sua ignoranza del futuro a cui favorisce il presente, di chi vota
 
ALLA SCUOLA PREFERISCE LE PENSIONI   perché portano voti nell’immediato. Le nuove generazioni, universitari a parte, non votano. E’ vero, la solidità familiare consente migliori opportunità. Ma l’assenza di una scuola di qualità le annichilisce. 
 
SOLO I DOCENTI   per ora il Governo si è occupato solo degli insegnanti a spasso, che appunto votano perché sono scontenti. 
 
TRE PROPOSTE SEMPLICI   al Governo del Cambiamento. Saltando un’analisi approfondita, suggerisco al Governo di mettere le nuove generazioni al centro dell’agenda, e quindi della scuola. Come ho scritto ampiamente, la scuola deve essere costruita intorno agli studenti, e non viceversa (M. Montessori). Invece i governi, da sempre, preferiscono gli insegnanti. Prima loro, perché votano e perché sono tutelati dalla lobby ormai stantia dei sindacati. 
 
1. Abolire il valore legale del titolo di studio. Dal 1950 (L. Einaudi) è un appello inascoltato che ripetiamo come un mantra. Toglie potere alla casta dei burocrati, liberando le Università e le scuole in generale, dalle catene delle imposizioni ministeriali, mettendole in competizione e quindi, obbligandole a mettere gli studenti al centro con un’offerta didattica (e servizi) sempre migliori.  
 
2. Eliminare i concorsi. Lasciare alle scuole, finalmente slegate dal valore legale del titolo, la libertà di scegliere gli insegnanti migliori o più adatti alle loro esigenze (di competizione). Gli insegnanti sono così incentivati a migliorarsi aggiornandosi e riconoscendo la centralità degli studenti – e non viceversa. 
 
3. Riformare la didattica. Qui ti rimando ad Allenarsi per il Futuro, il saggio scritto con S. Cianciotta, proprio sulla riforma della didattica. L’unica vera riforma della scuola è questa, eliminando il vecchio modello delle lezioni frontali, favorendo la diffusione del metodo Montessori, aggiornato. Le ricerca dimostra il primato di questo metodo rispetto a quello tradizionale, fallimentare e umiliante per gli studenti. Si vedano i paesi scandinavi, la Finlandia in particolare. Qui hanno addirittura eliminato i compiti e ridotto le ore di lezione. Dati OECD dimostrano il successo di queste e altre riforme. 
 
Anche qui, messaggio per il Governo del Cambiamento: è sufficiente copiare cosa stanno facendo altri con successo. Mettere gli studenti al centro della scuola e dell’agenda è vero cambiamento, il resto sono marchette elettorali da ignoranti, appunto. 
Scuola: Beata IgnoranzaPNR87 – Pietro Paganini – image courtesy of NYT and Ellen van Engelen
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