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Chi Ha Ucciso il Parlamento?PNR102 – Pietro Paganini

Chi ha ucciso il parlamento? Siamo sicuri che siano stati quelli dell’attuale maggioranza? Vi dimostro che non è così, purtroppo. L’umiliazione del Parlamento quale luogo delle decisioni responsabili per i cittadini viene da lontano. 
Ti segnalo la mia analisi sulla profonda crisi del metodo scientifico e il rifugio delle democrazie nell’autoritarismo pubblicato dal principale quotidiano economico in Cile
Per il PNR ci sono le tendenze del design e i gadget del 2018, lo stadio per la finale dei mondiali di Doha, e la stella Gaia che ci porta nel 2019. 
 
Chi Ha Ucciso il Parlamento?
Le lettere a Babbo Natale le lasciamo ai bambini che hanno tutto il diritto di credere alle favole. Noi no. Non possiamo affidarci alla speranza che avvengano i miracoli. Dovremmo invece “continuare a lavorare” come diceva il Presidente L. Einaudi, affidandosi al metodo sperimentale della scienza. E ne abbiamo bisogno, ancora una volta, perché alla mancata – per fortuna – rivoluzione – si vorrebbe imporre la restaurazione. Quelli che hanno fallito vorrebbero riprendere il posto di quelli che stanno fallendo. Questo perché il Parlamento non funziona. Sia Chiaro. Non da ieri con la mancata presentazione della revisione della Legge di Bilancio. Da molti anni, ormai. 
 
PERCHE’ E’ IMPORTANTE?   Il Parlamento è il luogo in cui chi abbiamo scelto per rappresentarci elabora e negozia – responsabilmente – le regole per la convivenza tra noi cittadini. E’ il cuore del conflitto democratico. Da molti anni i nostri rappresentanti hanno progressivamente rinunciato al difficile compito di affrontare i problemi dei cittadini, attraverso il confronto, demandando le loro responsabilità ad altri soggetti, come il Governo o la magistratura. Ma anche questi organismi istituzionali hanno, a loro volta, abbandonato il confronto tra interessi contrapposti per affidarsi alle scelte di gruppi ristretti e clientelari. 
 
NON SCANDALIZZIAMOCI   Il Parlamento non è morto ieri per mano di un gruppo di analfabeti delle istituzioni. I responsabili sono gli stessi che gridano all’assassino; quelli che per due decenni hanno rinunciato a rappresentare i cittadini a causa della loro scarsa sensibilità per la Democrazia Liberale. Sono gli stessi che hanno elaborato leggi elettorali concepite per inibire la partecipazione quale processo in cui i cittadini pongono delle questioni che riguardano la convivenza con i loro simili e si impegnano a risolverli attraverso lo strumento del Parlamento. 
 
NESSUNA RIFORMA   Nessuno, al di fuori dei Liberali che non ne fanno parte, si è poso il problema di riformare le dinamiche di funzionamento del Parlamento, come per esempio i lavori parlamentari che hanno ancora le procedure dei tempi del Conte Cavour. Si è tentato di mettere mano alla struttura del Parlamento con una proposta di riforma che invece di favorire la partecipazione e il confronto ambiva unicamente a velocizzare le decisioni pur di metterle nella mani di pochi in barba ai cittadini. 
 
IL BUE CHE FA CORNUTO L’ASINO   Dobbiamo anche fare i conti con il materiale umano che ci ritroviamo. E’ buffo che gli insulti all’intelligenza o all’incompetenza dei rappresentanti della maggioranza giungano da soggetti – accademici, giornalisti, opinionisti, politici e persino influencer – che nel corso degli anni hanno semplicemente eseguito gli ordini del capo, operato per il potere, confuso il libero mercato e la globalizzazione con le clientele e i monopoli, negato il metodo sperimentale e il liberalismo preferendogli un’idea elitaria del mondo (e perciò distante dai cittadini). 
 
LA MAGGIORANZA HA UN MERITO   almeno che è quello di aver colto alcuni dei problemi che hanno accompagnato l’evoluzione tecnologica e il processo di globalizzazione. Le risposte sono inadeguate e liberticide ma le questioni che riguardano l’insofferenza dei cittadini sono state poste seppure in modo scomposto. 
 
I RESTAURATORI   invece continuano imperterriti a gufare contro il Governo dando l’impressione di non avere, ancora una volta, compreso che le cose sono cambiate. Piangendo il tradimento del Parlamento vorrebbero riprendere il loro posto. E’ sufficiente ascoltare o leggere i parolai delle elite attaccare il Governo sulla sua incompetenza ma senza mai elaborare una risposta ai problemi che dovremmo affrontare. 
 
IL PARLAMENTO SERVE A QUESTO   Già, le risposte non ci sono ancora. Non le abbiamo in automatico noi Liberali che ci affidiamo al metodo della scienza, figuriamoci quelli che inseguono le magie o peggio quelli che vogliono restaurare le cose così come erano prima secondo gli schemi del 900. Per questo c’è il Parlamento quale luogo delle decisioni democratiche. Per il confronto una volta c’erano i partiti e le fondazioni politiche. Per questo una volta ci si confrontava con i dibattiti, sui giornali, nei circoli. 
 
OGGI C’E’ TWITTER   e i social media dove le comunità si aggregano intorno al pregiudizio secondo lo storicismo anti scientifico. Li si esaltano, si rafforzano, condividendo modi e linguaggio, e soprattutto l’idea di come dovrebbe essere il mondo. Si insultano e si odiano. Ma questo loro fare non porta alcun aumento della conoscenza, non migliora il dibattito, non aiuta a trovare quelle soluzioni di cui il parlamento avrebbe bisogno. Media e social media hanno sostituito il Parlamento, senza averne la struttura e le dinamiche e il rapporto con tutti i cittadini. 
 
CHE FARE?   Tornare a discutere non necessariamente come si faceva una volta, ma almeno producendo conoscenze e soluzioni secondo il metodo del conflitto democratico così che il Parlamento possa tornare a lavorare meglio di una volta. Non è la Casa del Popolo, ma il luogo in cui i cittadini sono rappresentati responsabilmente. 
 
SE NON RIUSCIAMO   meglio allora scrivere a Babbo Natale, e sognare. Ma prima o poi scopriremo che è una favola. 

 

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