Le Regole – PNR104 – Pietro Paganini
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Buona Domenica e Buona Befana 🌈🏄♂️ Molti settori industriali aspettano di essere regolati per produrre e innovare di più. Regolare significa una migliore convivenza tra i cittadini. Capiamo perché insieme.
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LE REGOLE
ANALISI DELLA SITUAZIONE I Twitter (soprattutto in Italia) ha ormai sostituito lo spazio del confronto politico sterilizzando il dibattito e riducendolo ad affermazioni binarie (pro o contro) e polarizzando gli utenti in comunità (e cioè clan) i cui adepti si celebrano e promuovono rafforzando i propri pregiudizi e il modo di interpretare il mondo. Sono le medesime dinamiche raccontate da T. Kuhn nel presentare il comunitarismo scientifico. E’ un problema perché così facendo si sviluppa poca conoscenza e si avanza unicamente per rivoluzioni che con lo strumento dei social media sono di natura unicamente emotiva. Domanda: a che cosa portano tutti questi tweet se non ad un rafforzamento dei clan di appartenenza?
ANALISI DELLA SITUAZIONE II Finalmente Papa Francesco ha ufficialmente sancito che non basta frequentare la Chiesa per definirsi un buon Cristiano, riconoscendo la bontà morale delle azioni di noi agnostici e atei. E’ una rivoluzione teologica e teleologica che rinnova il secolarismo della Chiesa Cattolica.
ANALISI DELLA SITUAZIONE III Sempre più settori industriali si aspettano di essere regolati, o meglio di operare all’interno di un quadro giuridico dinamico (efficiente, efficace ed economico) che consenta alle imprese di crescere (profitti, posti di lavoro, impatto sociale) ed innovare.
PERCHE’ E’ IMPORTANTE? Troppi settori sono male regolati o sprovvisti di regole. Si rischia così di indebolire la convivenza con e tra i cittadini con conseguenti ricadute negative sull’operato delle medesime industrie. L’assenza di regole non favorisce le imprese, è un’illusione promossa da chi per condizione ideologica ma soprattuto per interessi unicamente personali male interpreta il Liberalismo. Il mercato, così come ogni ambito in cui operano i cittadini, ha bisogno di regole, perché in mancanza di queste si finisce per premiare pochissimi e penalizzare la convivenza e quindi la libertà e la prosperità dei più.
PER CHI? Alcuni esempi di settori che necessitano di regolamentazione:
- Industria automobilistica – veicoli a guida autonoma. In Europa non esiste una vera legislazione. Negli USA è più avanzata, ma per esempio non si possono produrre auto senza il volante.
- Droni – gli incidenti recenti e molti progetti imprenditoriali (a volte strampalati) confermano l’urgenza di una regolamentazione.
- Moneta digitale – cryptocurrency. Dopo l’esaltazione iniziale e l’anarchia che ha portato al caos, le istituzioni nazionali e internazionali sono intervenute ma in modo assai scomposto.
- Finanza – le agenzie di intermediazione chiedono maggiore chiarezza per evitare situazioni che creino privilegi a danno del cittadino.
- Energia – Oil & Gas – negli USA mancano regole sulle emissioni di metano, per esempio.
- Riconoscimento facciale – i pericoli per la libertà dei cittadini sono elevatissimi, buchi nella protezione dei dati, discriminazione, pregiudizio, e gli altri numerosi meccanismi di vincolo individuale per accentrare il controllo.
- Online privacy – l’Europa ha regole stringenti a differenza degli USA dove le aziende chiedono uniformità e/o vorrebbero evitare interventi improvvisi più restrittivi
- Webtax – tasse sui guadagni in rete – caos totale a favore delle poche multinazionali (Over the Top). Non vi sono regole europee o OECD/G20. Ogni membro UE fa a modo suo senza di fatto alcuna implementazione (eccetto l’Estonia). I colossi del web ci sguazzano chiedendo a bassa voce una regolamentazione globale, consapevoli che si tratti di un obiettivo impossibile da raggiungere. Hanno facile presa su politici furbescamente ingenui che credono alle favole dell’innovazione e dei posti di lavoro creati.
COMPLESSITÀ definire regole per questi settori è particolarmente complicato:
- l’evoluzione tecnologica è più rapida di qualsiasi legislatore. I processi legislativi sono lunghi e complessi per garantire maggiore espressione di svariati interessi. Lo sviluppo tecnologico stesso rende difficile il processo legislativo e quindi lo rallenta. Così le nuove regole finiscono per essere già obsolete.
- La natura della tecnologia e del processo di globalizzazione vorrebbe l’armonizzazione delle legislazioni nazionali per una regolamentazione globale che risponda con spirito critico alle condizioni immediate ma possa essere lungimirante e duttile. L’obiettivo è molto difficile in sé, non tanto perché spesso mancano le istituzioni di natura globale quanto perché gli interlocutori sono talmente tanti e diversi che la negoziazione fallisce o premia politiche ostili alla libertà individuale e alla libera iniziativa e quindi all’innovazione.
STALLO GLOBALE In questa situazione di stallo ogni paese si muove perseguendo finalità proprie che contrastano con quelle di altre economie. Si generano così sistemi regolamentari che non si curano di essere lungimiranti e duttili che perciò risultano in conflitto tra loro per meglio attirare o ricattare le aziende. Netflix in Arabia Saudita o Apple e Google in Cina sono l’esempi più noti e recenti. In altri casi la legislazione ritarda così tanto che l’industria deve rinunciare ad innovare come nel caso della sperimentazione di auto a guida autonoma in Europa.
LA WEBFARSA In Italia rinunciamo a molti miliardi di entrate annue che deriverebbero da una tassa per le aziende del web che operano qui ma sono incorporate all’estero. Le multinazionali chiedono una regolamentazione internazionale data la natura del problema. In realtà sono consapevoli che non ci sarà un accordo nel breve e medio periodo. Ciò soddisfa loro ma non i cittadini.
GLI ILLUSIONISTI Così furbeggiando hanno convinto gli ultimi governi e parlamenti illudendoli di produrre innovazione (che fanno altrove) o di creare posti di lavoro (quanti sono i dipendenti di Facebook in Italia?). E’ un ricatto. Le multinazionali del web sfruttano il loro glamour per circuire una classe politica poco attenta ai problemi dei cittadini ma esaltata nel ritenere che i media sociali e le piattaforme web siano il Santo Graal del successo.
(ENNESIMA) OCCASIONE PERSA è stata l’ultima legge di bilancio. La tassa digitale è un inizio si, ma debole. Invece di regolamentare seriamente le multinazionali del web e tassarle il Governo ha preferito la soluzione più facile: colpire assicurazioni, banche, gioco, tabacco, insomma chi produce e contribuisce pesantemente all’erario con l’ovvia conseguenza di rallentare la crescita e i consumi. Intanto gli OTT portano altrove i loro profitti e indirizzano i loro investimenti lontano dall’Italia.
IL MESSAGGIO E’ CHIARO PREMIA CHI EVADE e non curarti del quadro produttivo quasi bastasse mettere più danaro in giro.
MESSAGGIO PER IL GOVERNO DEL CAMBIAMENTO Lavorare per una regolamentazione degli operatori in rete a livello internazionale ma nel frattempo, visti i tempi, operare nel contesto europeo, per garantire un quadro normativo che consenta alle imprese di investire e tuteli i cittadini, garantendo la convivenza.
Così per la webtax. Fallita per ora, la via internazionale, si promuova una webtax nazionale seria con una % sulle transazioni (come già ipotizzato dal MEF).
Buona settimana da Brussels 🙏
Paga
Le Regole – PNR104 – Pietro Paganini