Friday for Future Che Caldo Fa??? – PNR 114 – Pietro Paganini
Finalmente, tanti giovani che manifestano. Non importa che in molti ignorino la ragione. Contribuiscono a rimarcare l’urgenza di affrontare la questione dei rapidi cambiamenti climatici imputabili all’azione dell’uomo. Purtroppo non hanno proposte ma inseguono un’idea del mondo ideale, di come lo vorrebbero, cioè lontano dai fatti e dai meccanismi che regolano il rapporto uomo/ambiente. Qual’è il problema? Come possiamo provare a risolverlo?
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ANALISI DELLA SITUAZIONE I Te lo avevo detto. La Brexit non sarebbe finita così con un nulla di fatto o con un accordo ben preciso. Come avevo previsto studiando il problema e osservando i fatti, si va verso il rinvio che potrebbe avere fastidiose conseguenze per i processi decisionali e rappresentativi europei. Si rischia di arrivare alle prossime Elezioni Europee con un paese in sospeso, che al momento del voto è fuori dalla UE ma che dopo ci potrebbe rientrare senza alcuna rappresentatività né in Parlamento né in Commissione. E noi voteremmo senza sapere cosa accadrà. Comunque andrà finire, suggerisco di mantenere la medesima determinazione che la tecnocrazia di Brussels ha tenuto fino ad oggi. Semmai dovessero rientrare, è bene che gli inglesi per i prossimi 5 anni saltino un turno.
ANALISI DELLA SITUAZIONE II Studi dimostrano che gli scimpanzé che vivono tra e in prossimità di insediamenti umani perdono la loro cultura, cioè certi modi di comportarsi e di fare, include alcune tecniche rudimentali ma fondamentali per la sopravvivenza. Non è molto diverso per l’evoluzione umana: abbiamo perso la capacità di orientarci per strada affidandoci alle mappe; non ci muoviamo nel buio senza le luci artificiali; non siamo in grado di arrampicarci su un albero senza una scala. Riflettiamoci, va bene così, o dobbiamo allontanare gli scimpanzé e de-umanizzarli?
ANALISI DELLA SITUAZIONE III Centinaia di migliaia di giovani marciano per il futuro del pianeta seguendo l’esempio della piccola svedese che ogni venerdì mattina salta la scuola per manifestare l’urgenza di intervenire per salvare la terra. Media, istituzioni e organizzazioni politiche sostengono l’iniziativa, amplificano il messaggio della giovane svedese e lanciano (o promettono) proposte per salvare il pianeta.
MOBILITARE PER AMPLIFICARE La mobilitazione va sempre apprezzata, soprattutto quando sono i giovani a movimentarla, a prescindere dal fine. Risponde al bisogno umano del cambiamento rispetto ad una particolare situazione per cui si soffre. Lode alla piccola scandinava (alla sua mamma e agli svedesi) così come alle centinaia di migliaia di giovani e adulti che in un’epoca di annichilamento culturale hanno trovato quello spirito comune per partecipare a costruire un mondo migliore. Manifestare amplifica un problema, ma non lo risolve.
QUALE MONDO? Non mi interessa discutere se gli adepti della svedesina sono consapevoli di quello per cui marciano. Va bene anche così, purché incitino al cambiamento. Mi preoccupa però che hanno una vaga comprensione dei fatti e dei meccanismi che riguardano la vita dell’uomo e del pianeta; mi preoccupa maggiormente che la soluzione per salvare il mondo dalla catastrofe climatica sia pericolosamente idealista e quindi lontana dai fatti che appunto ignorano. Come si rallentano i cambiamenti climatici causati – come un ultimo studio rivela al 99,9999% – dall’uomo?
QUALI SONO I FATTI? Sono tanti. L’uomo è una micro frazione della storia del nostro pianeta che di cambiamenti climatici ne ha sperimentati molti e molto radicali, nei miliardi (si legga bene MILIARDI) di anni prima che comparissero i mammiferi, per cui ci vuole molta presunzione a volerli arrestare o invertire. Ci sono quasi 8 miliardi di cittadini che vogliono mangiare, viaggiare, godersi la vita su questo pianeta. Potremmo continuare con i fatti, ci limitiamo a questi due.
PERSINO IL PAPA nella sua Enciclica (Manifesto ideologico) in cui indica la via cristiana per salvare il pianeta ha dovuto richiamare la realtà delle cose affermando che la tutela dell’ambiente è un bilanciamento delicato tra la natura e l’uomo. Egli stigmatizza la presunzione occidentale di imporre un’idea di sviluppo che si fonda sull’esperienza catastrofica di quanto abbiamo combinato in pochi millenni. Ora che stiamo bene imponiamo agli altri come vivere per stare noi ancora meglio.
EMOTIVITÀ E’ la scienza che dimostra il ruolo e l’impatto dell’uomo e ci fornisce delle soluzioni (ridurre i gas serra, per esempio), ma è la stessa scienza (divisa in comunità ideologiche come delle sette si rileggano T. Kuhn e K. Popper) che ignora la realtà, quella degli 8 miliardi di affamati che vogliono giocare a golf, immergersi con le mante, e visitare ogni angolo del globo per farsi un selfie. Ma non sapendo come fare ci rifugiamo come s empre negli eroi. Una volta erano i miti greci, come i titani e gli dei, ora sono le coraggiose bambine a cui non potendo dare una risposta diamo un palcoscenico.
LA SOSTENIBILITÀ è un concetto astratto, molto complesso da definire e misurare. E’ il minore impatto delle attività dell’uomo sull’ambiente che ci circonda. Qualsiasi nostra azione ha una conseguenza sull’ambiente. Dobbiamo scegliere di volta in volta quelle meno drammatiche. Siamo in grado negoziando tra 8 miliardi di esseri umani ciascuno con le sue esigenze, a cui sommare i miliardi di esseri viventi che da noi dipendono. La strada è questa. Richiede tempo, molto, e forse non ne abbiamo, e richiede lavoro. La strada della passione e delle emozioni serve al momento. Alle marce dobbiamo far seguire i fatti, noi cittadini. Ma se mi giro non vedo nessuno, compresa la svedesina e chi ne sta sfruttando l’immagine.
Friday for Future Che Caldo Fa??? – PNR 114 – Pietro Paganini