Roma Brucia – PNR 147 – Pietro Paganini Roma fa schifo ma non è (solo) colpa della Sindaca Raggi. Eppure i giornali mainstream vogliono cacciarla anzitempo. Ti spiego perché e perché sbagliano.
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Roma Brucia
ROMA è la città più bella al mondo anche se fa schifo. È un paradosso. Prenderebbe troppo tempo raccontare la sua meraviglia. Sarebbe troppo facile descrivere il disastro che prima o poi, la storia ce lo insegna, coinvolgerà anche lo splendore che rende la città magica. È questione di tempo. Italia ed Europa, e forse tutti i cittadini del mondo, non possono permettersi di lasciarla morire.
ETERNA??? È nella natura che altre città ne sostituiscano il rilievo politico, culturale/sociale, e artistico. È nostro dovere morale salvarla.
Se Roma muore la colpa non è della Sindaca Raggi. Non ha saputo cambiarla come ha promesso, e la situazione è peggiorata. Non per questo deve anticipare il termine del suo mandato come invece chiedono molti intellettuali, giornalisti, ed elite burocratiche.
PERCHÈ È IMPORTANTE? La Sindaca Raggi deve restare fino al termine del suo mandato a meno di capovolgimenti politici all’interno del Consiglio Comunale. Queste sono le regole della Democrazia, seppure debole, di cui ci siamo dotati. Si vuole allontanare la sua Giunta per riappropriarsi di quel potere sulla città che il Movimento 5 Stelle ha provato a sottrarre alle varie bande che si spartiscono la città. È forse, l’unico merito che si può riconoscere al Movimento.
DI COLPE la Sindaca ne ha tante. È indubbiamente impreparata alla guida di Roma. Così come tutto il Movimento. Ha messo insieme una squadra volenterosa ma incapace di governare una città che chiunque sarebbe incapace di gestire, riformare, migliorare.
LE RESPONSABILITÀ del tracollo sono molteplici, (i) fisiologiche, dopo tanto tempo di rilievo politico e culturale, (ii) individuali, imputabili alla natura dei suoi cittadini la cui formazione è decisamente diversa da quelli di altre città internazionali, per esempio Milano. I primi responsabili sono infatti, i Romani, ed in particolare quella classe media o borghese, che a Milano c’è, mentre a Roma è assente perché surclassata (iii) dal primato delle nobiltà prima e delle elite burocratiche oggi.
LE GIUNTE PRECEDENTI seppure guidate da nobili intenti di cambiamento (Rutelli, soprattutto) hanno purtroppo ingozzato l’apparato burocratico della città senza però affidargli alcuna responsabilità (accountability come direbbero i Liberali). Con il ritorno del leaderismo, questa volta nella sua versione evocativa, hanno preferito la strada breve dei proclami che scaldano l’emotività dei romani alla difficile cammino del confronto tra idee diverse (Veltroni).
DIETRO IL SIPARIO degli spettacoli inscenati (Veltroni) non vi era una sceneggiatura partorita dalle idee che guidano il futuro delle città. Vi sono solo tanti attori, nani e ballerine, bramosi di prendersi la scena, e ancora di più, tanti, ma tanti, burattinai interessati a governare la scena tanto da farsi la guerra.
LE BANDE continuano a governare Roma (Alemanno), secondo la vecchia logica delle clientele che nell’antica Roma servivano a formare la classe dirigente, mentre in quella attuale servono solo a difendere il potere corporativo.
GLI INTELLETTUALI DE NOANTRI ecco perché la voce di queste corporazioni, che si definiscono intellettuali o giornalisti delle grandi testate, chiedono le dimissione del Sindaco, nonostante non sia il loro compito. Essi vogliono che i loro padroni torino al potere o che comunque, non siano infastiditi dalla volontà dei cittadini di cambiare.
LA SINDACA ANDRÀ A CASA con le prossime elezioni. Le cose non cambieranno con il prossimo Sindaco/a, a meno che, ma è pressoché impossibile, saremo capaci di produrre una proposta di cambiamento che smantelli quell’apparato di poteri e quella giungla di relazioni che bloccano il libero evolvere di idee nuove e di un gruppo di cittadini interessati a riportare Roma Caput Mundi.
Non è una questione di potere, ma una scelta politica e morale.
Roma Brucia – PNR 147 – Pietro Paganini