Karlsruhe: nasce l’Europa dei cittadini – Formiche – Pietro Paganini
Ho commentato la sentenza della corte costituzionale di Karlsruhe (Germania) spiegando la sua importanza per il quotidiano online di politica ed economia Formiche. La corte tedesca di Karlsruhe ha chiesto alla BCE di spiegare le ragioni del Quantitative Easing. La richiesta risponde alle esigenze dei cittadini tedeschi: quanto succede nella UE deve passare per il Governo e il Parlamento tedesco. Questo serve a rappresentare meglio i cittadini. Dovrebbe succede così anche in Italia.
Non è un attacco alla UE, ma al contrario il tentativo di meglio rappresentare i cittadini. Leggi l’articolo intero qui su Formiche >>>
Karlsruhe: nasce l’Europa dei cittadini
L’Ue deve riprendere ad essere una costruzione modellata sulla maturazione culturale dei cittadini europei e sulle loro conseguenti decisioni. Altrimenti è destinata a riprodurre le dinamiche degli Stati non liberali, fondati sul potere e la burocrazia, ma distanti dai cittadini.
La sentenza della Corte Costituzionale di Karlsruhe sugli acquisti di titoli di Stato effettuati nel 2015 dalla Bce (il Quantitative Easing di Draghi) ha scatenato la reazione della Corte di Giustizia UE (Curia) e di chi promuove un’Europa idealista e burocratica.
La sentenza è una sveglia che demolisce i sogni degli europeisti di facciata che da decenni provano ad illuderci promuovendo dall’alto un progetto distante dai nostri attraverso una struttura costituzionale che al momento non esiste.
La Corte Costituzionale tedesca ha sancito che in Germania spetta al governo e al Parlamento che rappresentano i cittadini, verificare (sotto il definitivo giudizio che essa ne darà) se la Bce ha ben calcolato le conseguenze sul sistema degli acquisti che decide. Ha dato tre mesi alla Bce per esplicitare il tipo di calcolo fatto e renderlo valutabile.
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La Curia si è sentita chiamata in causa (coda di paglia) per non aver valutato adeguatamente la materia nel 2018. Ha perciò replicato affermando di essere l’unica competente per constatare se un atto di un’istituzione dell’Unione sia contrario al diritto della Ue.
La Curia sembra trascurare, almeno in apparenza, che la critica della Corte di Karlsruhe si riferisce al diritto tedesco. Sarebbe gravissimo se non se ne fosse davvero resa conto.
La reazione della Curia e lo sconcerto degli europeisti idealisti evidenziano che le elite europee sono davvero convinte che gli Stati membri siano obbligati a garantire la piena efficacia del diritto dell’Ue. Sbagliano perché questo obbligo non c’è nelle decisioni costitutive assunte dai membri della Cee e poi dell’Ue.
Da Maastricht (1992) in poi, le élite europee hanno scelto di agire imponendo dall’alto il progetto della Ue senza condividerlo con i cittadini. Hanno volutamente ignorato le idee e i progetti dei cittadini che nel corso degli anni sono cambiati mentre il sogno Ue è rimasto immutato.
L’Europa dei burocrati e quella dei cittadini hanno intrapreso due percorsi diversi, distanziandosi sempre di più. Non sono però, i cittadini che si sono allontanati dall’Europa, ma è l’Europa delle élite che ha cercato di imporre una struttura ideale e immutabile mentre le circostanze meritavano un progetto diverso.
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La sentenza di Karlsruhe ha sostanzialmente messo in discussione questa visione elitaria degli europeisti di facciata.
L’Ue deve riprendere ad essere una costruzione modellata sulla maturazione culturale dei cittadini europei e sulle loro conseguenti decisioni. Altrimenti è destinata a riprodurre le dinamiche degli Stati non liberali, fondati sul potere e la burocrazia, ma distanti dai cittadini.
Il diritto europeo sovranazionale non esiste, è solo un’invenzione delle élite che governano con le scorciatoie, nascondendo la realtà ai cittadini. La sentenza di Karlsruhe può servire a mettere tutti i 27 di fronte alla scelta ineludibile di cessare di fare i sudditi dediti al sogno e all’ossequio a quello che vogliono tutte le varie istituzioni elitarie che nessuno davvero elegge.
Dopo l’evento Covid-19, va preteso di adottare un criterio per cui ognuno dovrà contribuire alla libertà degli altri, in quanto le libertà sono materialmente interdipendenti seppur nella rispettiva autonomia.
Per ottenere questo occorre il tempo per far maturare la consapevolezza civile ed il lavoro politico culturale per esprimere di continuo una paziente determinazione.