Pregi e Difetti del Governo – Il Giornale – Pietro Paganini
Con piacere sono stato intervistato da Il Giornale. Con Francesco Curridori abbiamo analizzato le politiche del Governo attuale, evidenziando i (tanti) difetti e i (pochi) pregi). Rileggi l’intervista direttamente qui sul sito del giornale >>>
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Pregi e Difetti del Governo
Il premier Giuseppe Conte ha chiesto il prolungamento dello stato d’emergenza proprio per cercare di nascondere le evidenti difficoltà nel far ripartire l’economia e nel tenere insieme una maggioranza sempre più traballante.
I dati allarmanti sul Pil
La strategia della paura per una possibile ‘seconda ondata’ è tesa a far dimenticare i tanti errori e ritardi commessi dal governo giallorosso dall’avvio della “fase 2”.
Il ‘decreto Aprile’ è stato rinominato “decreto Rilancio” e, per la sua approvazione definitiva, manca ancora il voto del Senato. La cassa-integrazione non è ancora arrivata a tutti i beneficiari e molti dossier scottanti, tra cui Autostrade e Alitalia, sono ancora aperti. Ed è in questo complesso contesto che si inseriscono le cupe stime della Commissione Europea. Per l’Italia prevede un crollo del Pil del -11,2% rispetto al 2019, a fronte di una media europea che sarà del -8,3%. Secondo l’Ocse, invece, la disoccupazione nel nostro Paese dovrebbe toccare il 12,4%, mentre per Confindustria la produzione industriale solo nel secondo trimestre del 2020 calerà di un quinto. Di fronte a questi dati è lecito chiedersi se le misure avviate dal governo Conte-bis vadano realmente in direzione di un rilancio vero dell’economia oppure se le ricette, soprattutto quelle volute dai pentastellati, siano un freno per la crescita.
Il fallimento del reddito di cittadinanza
In principio il mantra grillino fu il reddito di cittadinanza, tornato d’attualità proprio in questi giorni dopo la scoperta che persino Pietro Maso, che nel ’91 uccise i suoi genitori, lo ha percepito fino al 2019. Ma a tenere banco sono soprattutto la cassa-integrazione perpetua e il blocco dei licenziamenti. “Ammesso che si possa individuare una linea di politica economica esclusivamente grillina in un governo di coalizione. Quello che si è visto finora è la propensione a pensare che solo lo Stato possa risolvere i problemi dell’economia”, dice a ilGiornale.it l’economista Nicola Rossi.
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“Una visione assistenzialista prende le forme del trasferimento monetario ai meno abbienti come si è visto col reddito di cittadinanza. Dal punto di vista tecnico, è stato costruito molto in fretta e male”, sottolinea l’economista. Pur ritenendo necessario uno strumento che preveda il trasferimento monetario ai meno abbienti, è convinto che sia fondamentale “offrire un lavoro ai disoccupati e questo il reddito di cittadinanza non lo fa”. Il flop di tale misura, da questo punto di vista è oggettivo e incontestabile. “Della parte relativa alle politiche attive del lavoro non è rimasto nulla, a parte l’occupazione di alcune persone che dovrebbero trovare lavoro agli altri ma mi pare si siano impegnate solo a trovar lavoro a sé stesse”, sentenzia Rossi riferendosi ai navigator.
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Dello stesso avviso è anche Pietro Paganini, presidente di Competere.eu e docente alla Temple University of Philadelphia. Per Paganini: “il reddito universale è uno strumento da sperimentare per le condizioni sociali e del mercato del lavoro contemporanee, ma i Cinquestelle non lo hanno bene interpretato e lo hanno fatto diventare un reddito di assistenza”. A mancare totalmente è la parte la parte delle politiche attive. “Il reddito –spiega Paganini – ha senso e può funzionare nel momento in cui si prova a rendere il mercato del lavoro dinamico, con periodi di disoccupazione breve. Da noi, invece, è cronica. I numeri sono allarmanti e, purtroppo, non sento il governo discutere su come creare lavoro”.