Riforma Articolo 71 della Costituzione – Il Fatto Quotidiano – Raffaello Morelli e Pietro Paganini
Il Fatto Quotidiano ha pubblicato il commento di Raffaello Morelli che propone di dare maggiore potere di scelta ai cittadini riformando l’art. 71 della Costituzione. Nel testo chiediamo, rifacendoci ai 9 punti presentati su Il Fatto Quotidiano di Sabato 3 Ottobre, di insistere sulle preferenze.
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Riforma Articolo 71 della Costituzione
Abbiamo promosso il SI alla Riduzione dei Parlamentari anticipando l’urgenza di elaborare ed implementare rapidamente una serie di altre riforme costituzionali. Nelle due settimane dalla schiacciante prevalenza del SI nel Referendum abbiamo presentato una bozza in nove punti (Il Fatto Quotidiano del 3 Ottobre).
SULLE RIFORME Solo il Partito Democratico (PD) sull’argomento ha tenuto una conferenza stampa e presentato in Senato un disegno di legge per una nuova legge elettorale e altre modifiche costituzionali.
(i) Il PD propone il proporzionale con la soglia di sbarramento al 5%, ma resta vago su quale specifico sistema scegliere per applicarlo. (ii) Nel disegno di legge avanza riforme costituzionali precise, anche se forse troppo estese e magari contorte in alcuni passaggi. Ora spetta ai partiti discutere questi temi ponendosi l’obiettivo di arrivare ad una riforma elettorale e a qualche modifica costituzionale, in tempi utili per le prossime urne. Tempi che, anche se non stretti, non sono lunghissimi di qui al 2023 – fine della legislatura.
Peraltro, in ambedue le proposte non è affrontato un tema per no i cittadini molto importante: come dare più spazio alle scelte dei cittadini.
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L’obiettivo della Democrazia rappresentativa quale migliore espressione della Democrazia Liberale e quindi della Società Aperta, è di allargare la partecipazione del cittadino nelle scelte politiche. La Democrazia Diretta invece, è un’utopia inapplicabile nella realtà di grandi numeri di conviventi e che, se applicata nella rete informatica, rinverdisce i fasti del centralismo democratico imperniato su qualche organizzazione sovrapposta al cittadino.
Il PD come tutti gli altri movimenti e partiti in Parlamento, non chiariscono il punto essenziale: se e come affidare al cittadino la scelta, oltre che degli indirizzi politici, dei candidati destinati a rappresentare quei principi e progetti scelti tramite l’elezione. Il PD non esprime una posizione chiara. lascia intendere però, che vorrebbe in un modo o nell’altro restare a forme di candidature decise dai capi partito. Noi siamo convinti invece, che siano i cittadini a dover scegliere i propri rappresentanti.
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Per questo esistono solo due vie: o, con il maggioritario, i collegi uninominali piccoli in numero uguale a quello degli eletti, oppure le liste proporzionali con preferenza. In ambo i casi, naturalmente, vietando la pluricandidatura in più territori, che vanifica la volontà degli elettori.
Quanto alla proposta di ulteriori riforme costituzionali. Il disegno del PD tralascia del tutto la modifica dell’art. 71, comma 2, della Costituzione. È quello secondo cui “il popolo esercita l’iniziativa delle leggi, mediante la proposta, da parte di almeno cinquantamila elettori, di un progetto redatto in articoli”. Lo tralascia nonostante che al riguardo, la Camera abbia già votato una modifica che introduce una forma di referendum propositivo (previa raccolta di mezzo milione di firme su un testo) e che da mesi è ferma al Senato circondata da molti emendamenti elusivi (Atto 1089).
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Ora, a parte l’atto 1089 da discutere modificandolo come ritenuto opportuno, sono evidenti due aspetti. Il primo è che il referendum propositivo non è contro la democrazia rappresentativa parlamentare ma un suo affinamento per evitarne ogni pericolo di irrigidimento sordo ai cittadini. Il secondo è che introdurre il referendum propositivo, andando nella giusta direzione di accrescere la partecipazione dei cittadini nel formare e nel decidere le norme della convivenza, li avvicina all’istituto rappresentativo.
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Al PD facciamo osservare che non pensiamo possibile affrontare la nuova legge elettorale. Ne si può affrontare l’ulteriore riforma della Costituzione, senza risolvere positivamente l’allargare il potere del cittadino nella vita politica. Per questo abbiamo avanzato i nove punti richiamati all’inizio che risolvono il problema.