Il Crocifisso a Scuola – Paganini non Ripete 232 – Raffaello Morelli e Pietro Paganini
Per la Corte di Cassazione non è obbligatorio esporre il Crocifisso in classe. La decisione rafforza i principi di convivenza laica e indebolisce l’autoritarismo clericale. Resta un vuoto normativo per cui una scuola può imporne l’esposizione. Cerchiamo di capire perché, con il ragionamento.
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Il Crocifisso a Scuola
COSA SUCCEDE La Corte di Cassazione a Sezioni riunite ha emesso una sentenza che avrà conseguenze molto importanti per la nostra convivenza di cittadini.
Giudicando su una controversia tra una scuola pubblica di Terni che ha imposto di appendere il Crocifisso in un’aula ed un insegnante che non voleva, la Corte ha stabilito che non è obbligatorio esporre il Crocifisso in un’aula della scuola pubblica.
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Per la Corte “va ricercato un ragionevole accomodamento tra posizioni difformi”.
PERCHÈ È IMPORTANTE? I principi di convivenza laica fondata sul cittadino si rafforzano, allargando le nostre Libertà. Si riduce contemporaneamente l’approccio autoritario promosso dalla parte più intransigente dei cattolici clericali che non riconoscono le Libertà del cittadino. È anche una riprova di come sia irrinunciabile un continuo impegno dei cittadini liberi perché la concezione dello Stato laico non è pacificamente attuata nella nostra Repubblica, tuttora pervasa di conformismo clericale.
LA DECISIONE Per la Corte di Cassazione la norma richiamata dalla dirigenza scolastica nella circolare che disponeva l’esposizione del crocifisso, era non “conforme al metodo di una comunità scolastica dialogante che ricerca una soluzione condivisa nel rispetto delle diverse sensibilità”.
- La scuola si era rifatta a un regolamento che risale a un secolo fa – la sola norma esistente in materia. Quel regolamento deve essere interpretato secondo la Costituzione che all’art.3 prescrive che ogni cittadino sia eguale dinanzi alla legge senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
IL PROBLEMA RIMANE IRRISOLTO La sentenza non ha però risolto la questione in esame. Non definisce cosa avviene quando si verifica la materiale imposizione del Crocifisso da parte di uno zelante dirigente scolastico clericale, nonostante non esistano le norme per farlo e senza applicare l’indirizzo della Corte.
- Resta indefinita la procedura di quel ragionevole accomodamento previsto nella sentenza. Che è una procedura di sicuro opportuna nella convivenza plurale. Ma che di sicuro non si può fingere venga davvero applicata.
…E LA SCUOLA… Una larga fetta della burocrazia scolastica, a parole afferma che l’esposizione del crocifisso non è impositiva, ma poi la pretende anche quando alcuni degli astanti non l’accettano. Così i clericali alimentano la diffusione dell’idea conformista secondo cui esisterebbe ancora la religione di tutta l’Italia.
CHE FARE La Libertà di autodeterminazione del cittadino richiede un continuo forte impegno civile dei laici per far sì che vengano davvero attuati nella convivenza i principi della laicità istituzionale, al fine di migliorare le condizioni di vita nel tempo che scorre.