I Sacerdoti del Cenone di Capodanno – La Repubblica – Pietro Paganini
La Repubblica ha ripreso i miei argomenti contro i sacerdoti della salute o meglio i sostenitori del Nutriscore. In un piacevole articolo ripreso dalla piattaforma della Nutrizione Sostenibile di Competere.eu proviamo ad immaginare il Cenone di Capodanno secondo il folle sistema del Nutriscore. Un ipotetico menù scritto in base ai criteri del contestato sistema di valutazione a semaforo dei cibi penalizzerebbe i prodotti tipici italiani. L’alternativa del modello Nutrinform.
I Sacerdoti del Cenone di Capodanno
Quale sarebbe il menù della notte di San Silvestro sulla base del Nutriscore? Come antipasto patatine fritte. Il primo? Lasagne agli asparagi precotte o in alternativa piazza decongelata. Bocciati invece i piatti della tradizione italiana: salame Felino, prosciutto stagionato e vitello tonnato sono in zona arancione. Così come i tortellini ripieni freschi. Il cotechino? Arancione, naturalmente mentre per torrone, cioccolatini, pandoro e panettone scatta immediatamente il rosso.
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Una situazione paradossale perché “con l’etichetta a semaforo i cibi della tradizione italiana verrebbero sostituiti con degli alimenti che, per quanto convalidati dal sistema di etichettatura a semaforo, verrebbero bocciati senza appello da un qualsiasi dietologo”, spiega Pietro Paganini, presidente di Competere, think tank europeo impegnato a promuovere politiche per la transizione verso filiere resilienti e sostenibili.
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Il nutriscore è un sistema di etichettatura che ricorre all’immagine di un semaforo: assegna un colore – e dunque un giudizio – a ogni alimento in base al livello di zuccheri, grassi e sale, prendendo come riferimento una dose standard di 100 grammi di prodotto, andando dal verde al rosso. “La nostra simulazione – prosegue Paganini – mette in evidenza le debolezze strutturali di uno strumento che, per quanto ispirato dalle migliori intenzioni – la necessità di informare il consumatore affinché segua un regime alimentare sano ed equilibrato – è nato arbitrariamente in un laboratorio e non ha raccolto le sufficienti applicazioni pratiche per poter dire che dispone di un supporto scientifico valido”.
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Dal suo punto di vista “una qualsiasi etichettatura fronte-pacco è utile se fornisce al consumatore informazioni scientificamente provate che siano utili per la sua salute, dandogli la libertà di fare le proprie scelte alimentari con consapevolezza, basandosi sulla propria personale situazione. Tutte le altre argomentazioni rientrano nei terreni (altrettanto nobili) dell’economia e della politica”.
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Per fermare il Nutriscore l’Italia è pronta a dare battaglia politica a livello europeo mentre il sistema alternativo messo a punto nel nostro Paese, il Nutrinform, che non bolla un prodotto con un colore tout court, ma indica la presenza di calorie, grassi, zuccheri e sale per porzione sta conquistando nuovi consumatori. Una ricerca che ha messo a confronto i due sistemi di etichettatura realizzata dall’Osservatorio Waste Watcher International, monitorata con Ipsos, Università di Bologna e campagna Spreco Zero, in sinergia con Agrinsieme, Federalimentare, Federdistribuzione e Unioncamere evidenzia.
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Come su “un campione di 7000 cittadini di Stati Uniti, Russia, Canada, Regno Unito, Germania, Spagna e Italia, il 75% ha confermato come le informazioni delle etichette nutrizionali possano influenzare significativamente le scelte nel carrello”. Secondo i ricercatori il Nutrinform piace perché risponde in maniera più puntuale alle richieste dei cittadini in materia di chiarezza, semplicità, utilità, consapevolezza d’acquisto e completezza d’informazione. Questo sistema ha un indice di gradimento di 102 per i canadesi e di 71 per i russi. Italiani e canadesi bocciano il Nutriscore che però è giudicato positivamente da tedeschi (35) e russi (71).