Materie Prime la Strategia che Manca
E Paganini sottolinea che ”nelle ultime due settimane, i prezzi delle commodity agricole maggiormente legate a Russia e Ucraina hanno subito aumenti considerevoli: quasi il 17% il grano, più dell’11% il mais. Questa volatilità è destinata a durare a lungo, per ragioni di tipo sia commerciale (interruzione degli scambi, dazi, speculazioni) che materiale (distruzione delle coltivazioni e perdita dei raccolti)”.
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”La dinamica attuale ci fa capire che dobbiamo lavorare per eliminare le rigidità delle catene di approvvigionamento di alcuni prodotti, abbandonando atteggiamenti dogmatici che hanno provocato serie distorsioni. Ad esempio, la scelta di boicottare l’olio di palma per ragioni evidentemente commerciali ha portato gli operatori a riversarsi in massa sull’olio di girasole, una commodity che presenta vari problemi, di cui l’Ucraina è – o meglio è stato – il primo produttore al mondo, visto che ora non esporta più, ma non sta nemmeno ripiantando.
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Le scorte stanno finendo e molti trasformatori stanno già tornando verso l’olio di palma, la migliore alternativa possibile disponibile sul mercato, che ha dimostrato di essere salutare e soprattutto sostenibile. Questo ritorno deve convincere le imprese a investire su qualità, resilienza e sostenibilità valutando con più attenzione le scelte del marketing”, prosegue Paganini.
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”Con un’attenta definizione strategica non sarebbe successo: guidati da scelte razionali e non da logiche esclusivamente commerciali di breve termine o ideologiche, avremmo continuato a investire sulla filiera dell’olio di palma certificato sostenibile migliorandone ulteriormente le performance sia nutrizionali che ambientali”.
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“Le nostre imprese, soprattutto le medio piccole della filiera alimentare, devono essere aiutate con strumenti di analisi strategica. Dobbiamo progettare filiere efficienti, resilienti, geopoliticamente efficaci e sostenibili. Altrimenti saremo sempre costretti a rincorrere le contingenze e le crisi di turno che saranno sempre più frequenti, di fatto compromettendo la nostra effettiva capacità di essere sostenibili.
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Dobbiamo avere un piano strategico a livello di Paese per creare catene di fornitura resilienti, diversificate e capaci di assorbire shock esogeni. Da qui dipenderà la nostra reale capacità di sviluppo futuro”, conclude Paganini.