La Battaglia del Grano – Formiche.net – Pietro Paganini
Molti governi tra i paesi produttori di materie prime alimentari stanno bloccando le esportazioni. I prezzi interni crescono e i cittadini non hanno accesso ai beni alimentari che viaggiano su mercati paralleli per beneficiare delle speculazioni internazionali. Le conseguenze sul commercio globale, soprattutto nei paesi più poveri possono essere devastanti. È urgente capire il problema e aiutare i paesi produttori a meglio gestire le filiere.
Questo è il riassunto dell’analisi che Formiche.net ha pubblicato. Formiche.net è una piattaforma di analisi politica e economica.
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La Battaglia del Grano
Molti paesi produttori di materie prime alimentari come cereali e grassi vegetali stanno rallentando o bloccando le esportazioni verso il resto del pianeta.
Tante regioni, soprattutto nelle aree meno sviluppate del pianeta, rischiano di rinunciare alla sicurezza alimentare: non avranno accesso ai nutrienti per una dieta sana ed equilibrata.
- Crisi economiche e sociali si prospettano all’orizzonte.
Eppure cereali e oli vegetali sono prodotti in abbondanza.
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È urgente comprendere le dinamiche del commercio, i punti di forza e di debolezza, per prevenire eventuali blocchi.
L’embargo delle esportazioni causa la fame e conseguenti crisi economiche e sociali. Il commercio garantisce stabilità e promuove la prosperità e i processi di democratizzazione.
- Dobbiamo trovare soluzioni tecnologiche e politiche per favorire la continuità del commercio globale.
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L’India ha bloccato l’esportazione di cereali di cui è il secondo produttore al mondo. L’Indonesia ha fermato l’export di olio di palma di cui è il primo produttore al mondo per quasi 4 settimane (riprende il 23 Maggio).
- Altri paesi esportatori di materie prime fanno lo stesso.
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Indiani e indonesiani, soprattutto tra i redditi più bassi e nelle regioni più remote, protestano da mesi con i governi perché non trovano o non si possono permettere grano e olio di palma per cucinare.
Eppure India e indonesia ne producono in abbondanza tanto da esportare moltissimo.
- L’India produce circa 105 M/T (2021/22 Vs 9,6 M/T in 2020/21) di grano e ne esporta circa 8 (2021, contro i 2,6 M/T del 2020).
- L’Indoensia produce circa 56 M/T. 5,6 T di olio da cucina (24.000 IR/L). di cui 2,6 M/T sono di olio sfuso sussidiato dallo stato per le fasce più basse (14.000 IR/L).
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India e Indoensia sono paesi molto grandi e popolosi con canali di distribuzione lunghi, frammentati, informali e con tanti intermediari. Distribuire efficacemente controllando i prezzi è molto difficile.
Quando i prezzi sul mercato globale salgono pesantemente, diventa conveniente dirottare i beni che beneficiano dei sussidi verso mercati paralleli o l’export. Così i prezzi interni salgono nonostante i sussidi, e le merci non arrivano alla destinazione programmata.
I governi sono costretti a intervenire con scelte anti economiche ma politiche: bloccare l’export per assicurare le forniture interne ai prezzi stabiliti.
Il problema si risolve solo in parte e rischia di avere conseguenze spiacevoli che cambiano in funzione della materia prima e della nazione interessata.
- Non sempre il controllo delle dinamiche di mercato favorisce la riduzione del prezzo in tempi brevi.
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Interruzioni prolungate alle esportazioni, a fronte di alti volumi, possono indebolire la filiera e quindi la capacità produttiva.
- Si colpiscono i lavoratori della filiera che si impoveriscono e chiedono l’intervento politico e i sussidi.
Dalle accise sulle esportazioni derivano i sussidi per ridurre il prezzo nel mercato interno.
Il blocco è durato meno di 4 settimane in Indonesia, è stato sospeso quando le riserve si sono riempite (5M/T) e il processo di raccolta e raffinazione ha cominciato a non funzionare.
- Durerà di più in India, forse fino al prossimo raccolto di Ottobre, perché il ciclo di vita del grano è stagionale e non continuo.
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Altri paesi seguono l’esempio di India e Indonesia, ci provano anche dentro la UE. I problemi di distribuzione sono minori ma la paura di restare senza beni è alta.
- Cresce con l’aumentare delle variabili di pericolo: crisi climatica (India), problemi di approvvigionamento, interruzione a intermittenza delle filiere globali a causa della pandemia, dei conflitti, e di ogni altra crisi.
Non possiamo permetterci politiche di piena sussistenza alimentare. Non abbiamo terra a sufficienza per soddisfare i nostri bisogni. La guerra del grano sperimentata in Italia sotto il fascismo è stata un disastro.
- Dobbiamo dotarci di un piano per le materie prime alimentari.
- Dobbiamo produrre in casa quanto possiamo ma in modo bilanciato.
- E dobbiamo comprare dall’estero assicurandoci che i nostri canali di fornitura siano resilienti, sicuri, convenienti, e sostenibili.
- Dobbiamo investire sulla struttura e la dinamica delle filiere collaborando con i paesi produttori.
- Dobbiamo investire in innovazione e tecnologia per favorire la nutrizione sostenibile aumentando la produttività dei terreni ma tutelando la biodiversità.
- Governo e imprese devono lavorare insieme su scala globale.
Ps come cittadini dobbiamo sprecare meno e dobbiamo informarci meglio.