Nutriscore: Libertà e Tradizione a Rischio – RaiNews 24 – Pietro Paganini
Durante la rassegna stampa mattutina di Rai News, moderata da Roberto Vicaretti, ho discusso il mio recente editoriale per Il Giornale, in cui critico la pericolosità del sistema di etichettatura Nutriscore.
La trasmissione ha offerto anche un momento per riflettere sul 25 Aprile, giorno della Liberazione. È un’occasione di profonda emozione personale dato il mio legame familiare con la resistenza partigiana. Un nonno fuggito da un campo di concentramento e l’altro salvato dalla fucilazione solo grazie alla Liberazione rappresentano storie di coraggio che risuonano profondamente in me.
Nutriscore: Libertà e Tradizione a Rischio
Nel mio intervento, ho limitato i commenti alle etichette nutrizionali, evidenziando come i totalitarismi possano infiltrarsi in aspetti quotidiani come una semplice etichetta. Il Nutriscore, promosso in particolare dalla Presidenza belga e adottato in Francia, mira a semplificare l’informazione nutrizionale. Tuttavia, critico la sua efficacia poiché non ha contribuito a ridurre l’obesità nei paesi che lo hanno implementato. Piuttosto si è limitato a demonizzare certi nutrienti essenziali per una dieta equilibrata.
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L’articolo mette in luce come l’adozione del Nutriscore non solo fallisca nell’indirizzare le cause complesse dell’obesità, ma imponga anche un modello alimentare restrittivo, privando i consumatori della libertà di fare scelte informate. Invece di promuovere un’educazione alimentare inclusiva, offre risposte semplificate che ignorano le diversità individuali e le tradizioni culinarie.
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Un aspetto particolarmente allarmante è come il Nutriscore favorisca i grandi gruppi internazionali. Minaccia e diete locali, come quella Mediterranea, e delle piccole imprese che faticano a riformulare i loro prodotti senza comprometterne la qualità. In conclusione, nel mio editoriale invito a una riflessione più approfondita sui rischi di un sistema che, sotto la veste della semplicità e della salute, potrebbe limitare significativamente la nostra libertà di scelta e impoverire il nostro patrimonio culturale alimentare, spingendo la politica europea a riconsiderare il sostegno a tale modello di etichettatura.