Nutriscore: Semplificazione o Imposizione Culturale? – Il Giornale – Pietro Paganini
Nel mio editoriale pubblicato su Il Giornale il 25 aprile, giorno della festa della Liberazione, ho sollevato un punto di vista critico riguardo al sistema Nutriscore, enfatizzando come, paradossalmente, mentre celebriamo la libertà, in Europa si tenta un’occupazione culturale del nostro modo di alimentarci.
Puoi rileggere l’articolo direttamente sul sito de Il Giornale >>> o una sintesi qui sotto.
Nutriscore: Semplificazione o Imposizione Culturale?
Il Nutriscore è promosso principalmente dalla Presidenza belga e adottato ampiamente anche in Francia. È stato ideato come uno strumento per semplificare l’informazione nutrizionale sui prodotti alimentari. Tuttavia, questo sistema sembra fallire nel suo intento primario di combattere l’obesità, che continua a crescere nei paesi che lo hanno implementato. Piuttosto che affrontare le cause complesse e multifattoriali dell’obesità, il Nutriscore sembra limitarsi a etichettare alcuni nutrienti come nocivi, quando, se assunti in modo equilibrato, sono essenziali per la nostra dieta.
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L’adozione di tale sistema di etichettatura non solo non ha dimostrato di ridurre l’incidenza dell’obesità, ma ha anche contribuito a un’imposizione di un modello alimentare “totalitario”. L’articolo critica in particolare il modo in cui il Nutriscore viene imposto ai consumatori, sottraendo loro la possibilità di fare scelte informate e libere. Invece di educare il pubblico, offre soluzioni semplicistiche che non tengono conto delle diversità individuali e delle tradizioni culinarie.
Un effetto particolarmente preoccupante del Nutriscore è la sua tendenza a favorire i grandi gruppi internazionali. Questi, privi di una solida tradizione culinaria, possono facilmente adattare i loro prodotti agli standard imposti dal Nutriscore, marginalizzando così le diete locali come quella Mediterranea e le piccole imprese che non possono riformulare facilmente i loro prodotti senza compromettere la qualità.
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In conclusione, il mio editoriale invita a una riflessione più approfondita sui rischi di un sistema che, sotto la maschera della semplicità e della salute, potrebbe effettivamente limitare la nostra libertà di scelta e impoverire il nostro patrimonio culturale alimentare. La politica europea dovrebbe considerare attentamente queste implicazioni prima di promuovere ulteriormente l’adozione del Nutriscore.