La Sugar Tax fa Male - La Repubblica - Pietro Paganini

La Sugar Tax fa Male – La Repubblica – Pietro Paganini

Ho rilasciato diversi commenti e dichiarazioni sulla così detta Sugar Tax che il Governo Meloni vorrebbe applicare ereditandola dai governi precedenti. Qui sotto puoi leggere una delle mie dichiarazioni riprese da La Repubblica, Il Giornale d’italia

La Sugar Tax fa Male

“I governi introducono la cosiddetta ‘sugar tax’ come misura intesa a migliorare la salute pubblica, incrementando al contempo le entrate statali. Tuttavia, questa imposta non raggiunge l’obiettivo di ridurre l’obesità e le malattie correlate, producendo invece effetti collaterali negativi sia per un settore economico essenziale sia per i consumatori, che si trovano a fronteggiare costi maggiori e vengono illusi di migliorare la propria salute”. Lo dichiara Pietro Paganini, Professore alla Temple University di Philadelphia e Presidente di Competere.

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“Le aziende produttrici di bevande e alimenti zuccherati – prosegue il professore – possono assorbire i costi dell’aumento delle tasse riducendo la loro capacità competitiva, mentre i consumi – e quindi i ricavi – tendono a diminuire e spesso, le imprese trasferiscono l’onere della tassa sui consumatori aumentando i prezzi. Le basi scientifiche di queste politiche, poi, sono spesso incomplete o contraddittorie.

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L’obesità – aggiunge – continua ad aumentare anche nelle regioni che hanno introdotto simili imposte e alcuni studi dimostrano l’inefficacia di tali politiche come nel caso della Norvegia dove i cittadini si spostano in Svezia per trovare alimenti che costano meno. Le linee guida dell’OMS – continua- sono fondate su studi limitati e mancano di robuste evidenze sperimentali. Al contrario, vi sono sempre più ricerche che mostrano come l’ossessione per alcuni nutrienti possa portare a disturbi alimentari”.

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“È cruciale riconoscere che il problema non è lo zucchero di per sé, ma il contesto del suo consumo all’’interno di uno stile di vita complessivo. Se desideriamo realmente ridurre l’obesità, – sostiene Paganini – dobbiamo indirizzare le nostre attenzioni una serie più ampia di fattori, come il DNA, lo stile di vita, le condizioni socioeconomiche, inclusa l’educazione alimentare e la promozione di uno stile di vita attivo. Se fosse valida la logica che le tasse riducono l’obesità – continua – allora dovremmo considerare tasse su dispositivi digitali, piattaforme di intrattenimento, mezzi di micro-mobilità e arredi domestici che contribuiscono alla sedentarietà, uno dei grandi drammi della società moderna”.

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“Il nostro governo che promuove il principio di sovranità, più che limitarsi a introdurre una tassa controproducente, dovrebbe affrontare il declino dell’adozione della Dieta Mediterranea. Questa non è un semplice regime alimentare. È un metodo per progettare una dieta individuale equilibrata, che favorisce il benessere, la longevità e la gioia. Se l’obiettivo, dunque, è veramente quello di migliorare la salute pubblica – conclude Paganini – è necessario un approccio più complesso. Non si deve limitare a misure punitive come la tassazione, ma che fornisca ai cittadini gli strumenti necessari per compiere scelte informate e sostenibili. Con queste tasse, si ingannano i cittadini. Si aumentano i costi, si spingono verso mercati alternativi o prodotti succedanei, spesso più costosi, e si danneggia un settore economico fondamentale”.

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PNR