Opporsi alla Sugar Tax – La Prealpina – Pietro Paganini
In un commento per La Prealpina ho criticato l’efficacia della “sugar tax” come misura per migliorare la salute pubblica. Secondo me, questa tassa non solo fallisce nel ridurre obesità e malattie correlate, ma causa anche effetti collaterali negativi per l’economia e i consumatori.
Puoi leggere tutto il commento qui su La Prealpina >>> storico quotidiano dell’Alto Milanese o puoi leggere un breve resoconto qui sotto.
Opporsi alla Sugar Tax
La “sugar tax” viene presentata come un mezzo per migliorare la salute e aumentare le entrate statali. Tuttavia, non riesce a raggiungere l’obiettivo di ridurre l’obesità. I consumatori, ingannati da una falsa sensazione di miglioramento della salute, affrontano costi maggiori. Le aziende del settore alimentare e delle bevande zuccherate assorbono i costi della tassa, riducendo la loro competitività e vedendo diminuire i ricavi. Spesso, trasferiscono questi costi sui consumatori, che alla fine ritornano ai prodotti originali nonostante i prezzi più alti.
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Le tasse di scopo, come la “sugar tax”, dovrebbero finanziare obiettivi nobili come l’incentivazione del consumo di frutta e verdura. Tuttavia, raramente raggiungono tali obiettivi, specialmente in paesi con gestione pubblica poco trasparente come l’Italia. Le aziende e i cittadini pagano le inefficienze e l’incapacità gestionale del sistema politico e burocratico.
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Un’alternativa sarebbe incentivare prodotti con meno zucchero o porzioni ridotte, ma ciò richiederebbe un ulteriore intervento statale nelle scelte aziendali. Le basi scientifiche di queste politiche sono spesso incomplete o contraddittorie, e l’obesità continua ad aumentare anche dove tali tasse sono state introdotte. Cito l’esempio della Norvegia, dove i cittadini si spostano in Svezia per comprare alimenti a prezzi più bassi.
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La questione non è lo zucchero in sé, ma il contesto del suo consumo all’interno di uno stile di vita complessivo. Per ridurre realmente l’obesità, bisogna considerare vari fattori come DNA, stile di vita, condizioni socioeconomiche, educazione alimentare e promozione di uno stile di vita attivo. La logica della tassazione per ridurre l’obesità potrebbe portare a tassare dispositivi digitali e altri beni che contribuiscono alla sedentarietà.
Concludo il commento sostenendo che, invece di introdurre tasse controproducenti, il governo dovrebbe promuovere la Dieta Mediterranea e fornire ai cittadini strumenti per compiere scelte informate e sostenibili, migliorando realmente la salute pubblica.