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Presenti Assenti – Paganini non Ripete 288

I numeri della nuova Commissione europea confermano una realtà allarmante: l’Italia rischia di perdere terreno nelle decisioni europee. Siamo deboli e disorganizzati, senza peso nei gabinetti dei Commissari e nella macchina operativa della Commissione. Mentre Francia e Germania rafforzano il loro dominio, noi restiamo frammentati. Serve una strategia chiara per posizionare figure chiave, proteggere i nostri interessi e tornare protagonisti in Europa.  

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Presenti Assenti 

GLI ASSENTI I numeri confermano la debolezza politica italiana: su 53 posizioni chiave nei gabinetti del nuovo Collegio, l’Italia conta solo tre presenze. Germania (4 capi di gabinetto, 5 vice) e Francia (1 capo, 7 vice) dominano, mentre gli altri paesi avanzano. Italia e Spagna? Quasi assenti. 

I PRESENTI   Fuori dai vertici dei gabinetti, tra le varie Direzioni Generali (DG) della Commissione, gli italiani superano per numero francesi e tedeschi, dimostrando spesso competenza e preparazione.
  • Rappresentano il 14,6% del personale totale, una quota persino superiore a quella dei belgi (14,4%) che giocano in casa, e significativamente maggiore rispetto a francesi (10,7%), spagnoli (8,7%) e tedeschi (6,7%).
Tuttavia, i dati del 2023 rivelano una distribuzione disomogenea degli italiani nei diversi direttorati. Questo evidenzia l’assenza di una strategia nazionale: senza coordinamento e una visione chiara, la nostra presenza rischia di essere dispersiva e inefficace.

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PERCHÉ È IMPORTANTE   Per rappresentare al meglio gli interessi nazionali, è essenziale essere presenti nelle stanze dove si anticipano i problemi e si prendono le decisioni, soprattutto a Bruxelles, in Commissione Europea. Qui nascono le politiche che guidano l’assetto economico e sociale europeo, impattando direttamente sulla nostra vita.  
  • Purtroppo, l’Italia continua a essere debole. Nei gabinetti dei Commissari, dove si decidono le strategie cruciali, siamo irrilevanti rispetto a Francia, Germania e paesi del Nord e dell’Est Europa. 
UN RUOLO SIMBOLICO NON BASTA   Avere un Commissario vicepresidente esecutivo o un Alto Rappresentante non è sufficiente. Senza una presenza nei posti chiave, la nostra capacità di influenzare le decisioni è nulla. Restiamo al buio fino a quando le decisioni sono prese, perdendo opportunità per tutelare i nostri interessi strategici, dal Made in Italy alla Dieta Mediterranea.
  • Questa fragilità è ulteriormente aggravata dall’accentramento decisionale della Presidente von der Leyen, che ha selezionato un collegio di Commissari poco incisivo. Diventa quindi urgente posizionare figure chiave nei ruoli strategici che contano.  
DOVE STIAMO FALLENDO   I nostri Commissari europei, fatta eccezione per pochi (come Tajani), non hanno costruito un sistema per consolidare la presenza italiana a Bruxelles. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: siamo frammentati, incapaci di fare squadra, mentre gli altri avanzano compatti. Perché?
LA VERA BATTAGLIA È NELLA MACCHINA OPERATIVA   Se guardiamo oltre i gabinetti dei Commissari, la situazione è ancora più significativa. Nei livelli operativi della Commissione Europea, la parte che mette in pratica decisioni e politiche, interpretandole, gli italiani sono numerosi (4424 nel 2023) e spesso ben preparati, persino più di tedeschi e francesi, sia nei ruoli alti che in quelli bassi.  
Tuttavia, questa forza numerica non si traduce in un sistema efficace. A differenza di altri paesi, non riusciamo a coordinare le nostre risorse per promuovere una strategia comune. Perchè? 
ESISTE UNA REGIA NAZIONALE?   Se c’è, non funziona. Se non c’è, dobbiamo crearla subito, con urgenza. È necessario superare le divisioni politiche e partitiche per costruire un network coeso, in grado di:  
  • Posizionare funzionari nei ruoli strategici.  
  • Fare intelligence per anticipare le mosse europee e condividere informazioni strategiche per influenzare le decisioni nell’interesse del Paese.   
  • Agire con spirito weberiano, non subendo la burocrazia europea, ma governandola.  
CALL TO ACTION   Non possiamo più permetterci di subire decisioni prese da altri. È tempo di tornare protagonisti con una presenza strategica e coordinata a Bruxelles. Solo così potremo garantire un futuro in cui l’Italia sia leader e non spettatrice passiva.  

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PNR