Balneari: Basta Privilegi – Coffee Break LA7 – Pietro Paganini
Recentemente ho partecipato al programma CoffeeBreak di La7, discutendo il complesso tema dei “balneari” insieme a figure di spicco come Stefano Graziosi, giornalista de La Verità, e i parlamentari europei Denis Nesci (Fratelli d’Italia) e Gaetano Pedullà (Movimento 5 Stelle), con la conduzione di Ivo Mej. Per chi fosse interessato, il programma è disponibile per la visione sulla piattaforma di La7 >>> mentre qui sotto trovi alcuni estratti significativi della discussione.
Balneari: Basta Privilegi
Prima di esplorare il tema della “Woke Culture“, abbiamo affrontato la questione dei balneari e della celebre Direttiva Bolkestein. Il mio punto di vista è semplice e lo riassumo brevemente: immaginate di gestire un’attività pagando un affitto irrisorio per un’area pubblica, generando ricavi molto elevati. È un scenario ideale per chi si trova in tale posizione, ma rappresenta un privilegio ingiusto rispetto agli altri cittadini che pagano secondo le normali dinamiche di mercato.
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Questi privilegiati, in alcuni casi, offrono servizi eccellenti, ma non sempre è così. Questa disparità causa un danno sia alla collettività, che non vede un ritorno equo dell’uso dello spazio pubblico, sia ai consumatori, spesso vittime di speculazioni. Di conseguenza, i cittadini si aspettano un intervento delle autorità locali o dello Stato.
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La Direttiva Bolkestein, adottata nel 2006, avrebbe dovuto essere implementata entro il 2008. Tuttavia, l’Italia ha procrastinato, adottando le misure solo nel 2010 dopo il voto del Parlamento. È un ritardo comune nell’adozione delle direttive europee, posizionandoci tra i più lenti in Europa.
Il vero problema è che, nonostante l’adozione formale, la Direttiva non è mai stata applicata efficacemente ai balneari, ostacolata da una mancanza di volontà politica e da possibili collusioni. L’obiettivo della Direttiva era di introdurre più concorrenza nei mercati europei, eliminando privilegi non giustificati e migliorando i servizi per i consumatori.
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Potenzialmente, l’introduzione di gare d’appalto per le concessioni potrebbe incrementare sia i canoni di locazione che la qualità dei servizi offerti. Tuttavia, dal 2010 a oggi, non si è visto alcun progresso significativo in questo senso.
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Molti gestori di stabilimenti balneari si oppongono a tale cambiamento, citando gli investimenti fatti che potrebbero essere compromessi. È possibile, tuttavia, strutturare le gare in modo da riconoscere tali investimenti, seppur spesso si scopre che gli investimenti proclamati non corrispondono alla realtà, come evidenziato da alcune spiagge nel Lazio.