Senza Partecipazione non c’è Democrazia - La Prealpina - Pietro Paganini

Senza Partecipazione non c’è Democrazia – La Prealpina – Pietro Paganini

La Prealpina, storico quotidiano dell’Alto Milanese, ha pubblicato un mio editoriale che analizza le dinamiche interne delle democrazie moderne, focalizzandosi sul recente sviluppo politico negli Stati Uniti. Attraverso un articolo di commento, il giornale solleva preoccupazioni significative riguardo la gestione della candidatura presidenziale di Kamala Harris da parte dei Democratici americani, vedendola come un sintomo di problematiche più profonde all’interno del sistema democratico stesso.
 
Leggi il commento qui su La Prealpina >>> o qui sotto trovi un breve resoconto. 
 

Senza Partecipazione non c’è Democrazia 

Il commentatore inizia esprimendo una preoccupazione generale per una crisi emergente nelle democrazie di diversi paesi, evidenziando che la minaccia non è solo esterna, ma anche interna. Questa tendenza viene vista come un pericolo che erode le democrazie dall’interno, sottolineando come, nonostante la maturità apparente, le democrazie portino con sé tracce di autoritarismo. L’esempio più recente di questa tendenza è la gestione della candidatura presidenziale di Kamala Harris, che sembra contraddire i principi che i movimenti democratici professano di sostenere.

RILEGGI: TUTELARE LA BIODIVERSITA: SENZA FRENARE L’ECONOMIA >>>

L’articolo mette in luce come negli Stati Uniti, considerati una delle democrazie più avanzate, tali eventi sollevino interrogativi seri sulle tendenze di quello che è visto come il migliore sistema politico occidentale. L’entusiasmo mediatico e propagandistico, anche in Italia, che ha accompagnato la candidatura di Harris è visto come un tradimento del meccanismo democratico stesso.

RIVEDI: LA WOKE CULTURE DELL’ALIMENTAZIONE >>>

Il cuore del problema, secondo l’articolo, risiede nell’assenza di una partecipazione autentica e inclusiva che minaccia il nucleo stesso della democrazia. La selezione di Kamala Harris come candidata presidenziale, senza un processo primario aperto e competitivo, è emblematica di questo problema. Invece di permettere un vero confronto di idee e visioni, i Democratici hanno optato per un sostegno quasi automatico al Presidente uscente Joe Biden, nonostante i segni di un declino fisico e mentale. Quando Biden ha annunciato il suo ritiro, Harris è stata rapidamente “selezionata” come candidata principale, eludendo le vere primarie, un processo che avrebbe potuto essere fertile per nuove idee e direzioni politiche.

RIVEDI: ISRAELE LA TREGUA SI FA IN DUE >>>

Inoltre, la trasformazione mediatica di Kamala Harris, da vicepresidente relativamente poco conosciuta a icona politica, solleva interrogativi sul ruolo dei media e dei social media nel modellare le percezioni pubbliche senza un vero dibattito o confronto critico tra i cittadini. Questo scenario ci suggerisce che il sistema democratico viene manipolato come uno strumento per illudere i cittadini, mascherando scelte di potere con la facciata del consenso popolare.

FERMARE LA WOKE CULTURE: La7 >>>

Infine, il commento cita il discorso di Harris alla Convention, che non affronta adeguatamente problemi significativi come il conflitto tra Israele e i palestinesi, mostrando una mancanza di comprensione profonda dei problemi da risolvere. Questo approccio riduce la politica a mera retorica senza sostanza, un modo di procedere che mina i principi di partecipazione, confronto aperto e libertà di informazione, essenziali per ogni democrazia funzionante. Di fronte a minacce globali, è fondamentale vigilare anche contro coloro che, pur professandosi democratici, agiscono in modi che contraddicono i valori democratici.

Senza Partecipazione non c’è Democrazia – La Prealpina – Pietro Paganini

Author

PNR