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Peste Suina: come sta Reagendo l’Economia Italiana – La Prealpina – Pietro Paganini

La Prealpina, quotidiano di riferimento dell’Altomilanese produttivo, ha pubblicato un mio editoriale in prima pagina riguardante le sfide senza precedenti che sta affrontando l’industria agroalimentare italiana. Al centro della discussione, la peste suina africana (PSA), un’epidemia che minaccia seriamente la robustezza del settore dei salumi, vanto dell’eccellenza italiana nel mondo.
Puoi leggere il commento su La Prealpina >>> o un breve riassunto qui sotto. 
 

Peste Suina: come sta Reagendo l’Economia Italiana 

L’industria agroalimentare italiana si trova di fronte a una crisi di proporzioni notevoli. La peste suina africana (PSA), pur essendo meno devastante in Europa rispetto ad altri continenti, inizia a manifestare i suoi effetti anche in Italia, paese cruciale nel settore dei salumi. Questa emergenza si intensifica in Lombardia, dove la malattia ha colpito non solo i cinghiali selvatici, ma si è estesa agli allevamenti suini, minacciando la disponibilità di materie prime e la reputazione del settore.

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Fortunatamente, il virus della PSA non è trasmissibile agli esseri umani tramite il consumo di carne infetta, grazie agli elevati standard di controllo negli allevamenti. Tuttavia, l’impatto economico è tangibile, con perdite significative amplificate da un anno di inflazione che colpisce tutto il settore. La situazione è aggravata ulteriormente dalle restrizioni all’importazione imposte da alcuni paesi.

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Le risposte iniziali delle autorità italiane sono state criticate per la loro lentezza. Solo di recente, l’Unione Europea ha evidenziato la necessità di interventi più incisivi, spingendo il governo italiano a nominare Giovanni Filippini come commissario straordinario per la gestione dell’epidemia.

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Il settore ha risposto proponendo misure fiscali come il credito d’imposta per incentivi agli investimenti e una riduzione dell’IVA sui prodotti finiti, passando dal 10% al 4%. Queste iniziative offrono un sollievo immediato, ma non affrontano la radice del problema.
 
In un’epoca di globalizzazione e scambi commerciali intensi, diventa cruciale adottare controlli più rigorosi e rafforzare la cooperazione internazionale. È essenziale che scienza veterinaria, zootecnia, aziende e istituzioni lavorino insieme per sviluppare tecnologie avanzate per il controllo degli allevamenti. Queste tecnologie dovrebbero essere integrate in tutta la catena di approvvigionamento, garantendo così la sicurezza e la qualità dei prodotti.

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In ultima analisi, spetta alla politica definire le linee guida per l’implementazione di queste misure, allocare le risorse economiche necessarie e comunicare efficacemente ai consumatori che sono stati presi tutti i possibili accorgimenti per mantenere la situazione sotto controllo. Attraverso un approccio proattivo e integrato, possiamo non solo proteggere ma anche promuovere il prestigio del Made in Italy, trasformando questa crisi in un’opportunità di rafforzamento e innovazione per tutto il settore.

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PNR