Con il provvedimento dell’8 marzo 2017, l’Agenzia delle Entrate ha dettato le istruzioni operative per esercitare l’opzione per la flat tax introdotta dalla legge di Bilancio 2017 a favore di quei soggetti che trasferiscono la propria residenza in Italia.

L’obiettivo del governo italiano è quello di far convogliare almeno una parte del flusso finanziario provocato dalla Brexit, nel nostro Paese, modificando così gli equilibri dela grande ricchezza in Europa.

Quali sono le condizioni? Si paga un’imposta fissa di 100mila euro sui redditi prodotti all’estero con la possibilità di estendere la flat tax anche ai familiari (in questo caso l’imposta fissa è di 25mila euro).

La flat tax, secondo le logiche di chi l’ha elaborata, sarebbe la chiave per rendere il Paese attrattivo e intercettare “parte del flusso che necessariamente lascerà Londra.

Si punta, quindi, a fare concorrenza a Londra. E, in Italia, l’unica città in grado di ospitare tanta ricchezza è Milano.
La flat tax è operativa da oggi dopo la pubblicazione delle istruzioni da parte dell’Agenzia delle Entrate. Possono aderire alla flat tax i contribuenti stranieri ad alto reddito che attualmente pagano a almeno nove anni le tasse in Paesi stranieri. Basterà versare una tassa fissa da 100mila euro l’anno, in un’unica soluzione, per essere a posto con il Fisco italiano, secondo quanto prevede la norma introdotta dal governo con l’ultima legge di bilancio. I benefici sono validi per 15 anni e non sono solo personali. Chi ha famiglie numerose e guadagni con tanti zeri, infatti, potrà estendere questi benefici anche ai familiari, pagando un gettone al fisco di soli 25mila euro. La norma non si applica a chi in questi anni si è trasferito dall’Italia all’estero.

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PNR