Passato il solstizio eccoci tutti qui ufficialmente in modalità estiva, a trascinarci sotto l’afa da una riunione all’altra, tra stazioni ferroviarie e aeroporti dove ci imbattiamo in vacanzieri che ciabattano in canotta, bermuda e infradito. Quasi una provocazione, dal momento che per noi le tanto agognate vacanze sono ancora un miraggio.
Ma una cosa è certa: tutti, davvero tutti, anche i più stakanovisti e motivati tra noi, hanno bisogno di staccare la spina almeno per qualche giorno. Ma staccare la spina non vuol dire semplicemente traslocare il proprio laptop al mare o in montagna e passare tutta la giornata al pezzo, facendo finta di rallegrarci del fatto che possiamo permetterci il “lusso” di lavorare a ferragosto con vista mare o monti. Anzi, a dire la verità, qualcuno sostiene che lo smartworking o telecommuting siano, tutto sommato, una gran bella fregatura.
Vacanza vuol dire riposarsi e distrarsi, da soli o in compagnia delle persone care, mettendo da parte o almeno in secondo piano, per qualche giorno, email, conference call e presentazioni.
Invece, uno studio intitolato Work/Life Balance Index, effettuato su un campione di oltre 2.000 adulti per determinare le attitudini e i comportamenti degli americani verso il lavoro durante le vacanze estive, ha rilevato che il 69% degli intervistati prevedeva di portarsi in vacanza un dispositivo di lavoro, e il 61% di essi ha intenzione di portare con se fino a 3 dispositivi. L’83% era completamente d’accordo sul fatto che lavorare durante le vacanze stia diventando un’attitudine sempre più frequente.
Questa cosa dovrebbe farci riflettere: non bisogna confondere lo smart-working con l’incapacità o la paura di staccare la spina durante le vacanze. 

Smartworking vuol dire essere in grado di lavorare in modo efficiente ovunque, senza vincoli di orari e luoghi di lavoro specifici. Le vacanze invece sono un’altra cosa, anzi, dovrebbero essere proprio la cosa opposta: la vacanza è prendersi una pausa da ciò che ci occupa di solito, ovvero, dal lavoro ….

Questo non vuol dire non rispondere al telefono o alle email per un mese. Sappiamo tutti che, per chi svolge alcune professioni, questo purtroppo è impensabile. Tuttavia, è importante riuscire ad imporsi delle semplici regole. Qualche trucco per passare delle vacanze davvero smart ? Ne riparleremo quest’estate.
Intanto, programmiamo la nostra vacanza (secondo gli esperti da 3 a 6 giorni sarebbe la durata ideale, scopri qui perché), facciamo far sapere ai nostri contatti quando e per quanto tempo saremo in vacanza, e quando potremo essere eventualmente disturbati per le questioni importanti, controlliamo le email una volta al giorno, massimo due, in orari prestabiliti, dedichiamo le prime ore del mattino o del primo pomeriggio a sbrigare solo le cose importanti e indispensabili, e poi godiamoci il resto della giornata sereni.
La nostra mente ha bisogno di distrarsi, il nostro corpo di movimento, i nostri compagni di vita, i nostri figli, i nostri gli amici hanno bisogno di noi, della nostra attenzione .
Niente è piu importante dell’equilibrio tra lavoro e vita privata.
BTW: Pare che l’estate (e le vacanze) sia il momento in cui il nostro portatile corre più rischi. Qui qualche consiglio per evitare spiacevoli inconvenienti ed essere costretti ad andare davvero in vacanza
PS: Chi scrive lunedi scorso aveva deciso di passare una giornata al mare con i propri figli. E’ scesa in spiaggia con loro alle 11,00 armata del proprio MacBook Air e del suo IPhone6Plus. Il primo e unico tuffo in acqua lo ha fatto alle 20.00 sotto minaccia del proprio figlio che che le girava intorno come uno squalo mentre terminava l’ultima #smart-call.
Per approfondire:
Christian Jarrett in questo articolo su The Psichologist esamina la psicologia delle vacanze
Pocah
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PNR