In tanti, praticamente tutti, studiano la seconda lingua (cioè l’inglese) e spesso la terza (almeno fino alle medie inferiori, per poi perderla alle superiori): il 98,4%. Eppure qualcosa non funziona: solo il 16% degli italiani parla infatti due lingue contro il 21% della media europea. E il 40% – forse è questo il dato più preoccupante – si ferma alla lingua madre. Numeri Eurostat da cui esce una situazione parzialmente contraddittoria: quella di un investimento a fondo perduto per il quale gli sforzi compiuti fino alla cosiddetta secondaria di primo grado di sfalda fra licei e istituti, lasciandoci sotto la media continentale.
Non solo scuola: difficile recuperare competenze durante le superiori e più avanti visto che continuiamo a fruire pochi contenuti in inglese, contrariamente ai Paesi nordici come Svezia, Danimarca e Olanda da anni al vertice delle classifiche della Ef. I film testardamente doppiati in italiano sono il simbolo di questa clamorosa pigrizia culturale ma lo stesso potrebbe dirsi della lettura, della musica, dei viaggi.
L’intervento di Pietro Paganini, ospite di Uno Mattina Estate