PNR ospita, senza alcun endorsement, due inviti al voto che mi sono giunti in settimana: Stefano Benedikter, fondatore di 10 Volte Meglio, e Mariastella Gelmini di Forza Italia. Altri partiti e candidati (PD, Lega, M5S, LeU) non hanno dato seguito al mio invito. Non è uno scherzo: al PD ci hanno provato ma non si sono decisi su chi avrebbe firmato il pezzo, che non è ancora giunto. 😂
Lancio una riflessione per complicare il nostro fine settimana di indecisione – quasi 4 di noi su 10 sono indecisi – partendo da uno studio pubblicato di recente e dal saggio che Luca Bolognini presenterà tra qualche settimana (Rubettino) con mia prefazione e di cui proporremmo certamente un’analisi: quando l’Intelligenza Artificiale (AI) interferirà sulle nostre scelte e azioni politiche?
PNR ha affrontato la questione AI-lavoro in molteplici occasioni. L’AI come minaccia per i posti di lavoro o come opportunità per produrre di più e vivere meglio – ripensando il lavoro. Ma ci sarebbe una minaccia ben più seria e pericolosa: l’uso malevolo e criminale dell’AI.
PERCHE’ E’ IMPORTANTE?
Oggi è ancora poco accessibile, complicata e costosa. In futuro algoritmi e software potrebbero essere più facilmente accessibili e utilizzabili per manipolare asset importanti: dagli arsenali nucleari ai dispositivi che consentono il buon funzionamento delle parti vitali di esseri umani.
Siamo ormai consapevoli:
- degli attacchi cyber;
- della propaganda automatizzata per condizionare nostre scelte o screditare qualcuno;
- dell’improvvisa violenza criminale di un robot giardiniere o delle pulizie nei nostri confronti.
LE REGOLE Servono, quindi, regole chiare. Non potevano certamente essere un tema da campagna elettorale, ma è bene che si cominci a rifletterci sopra.
LIBERTÀ’ E POTERE Il maggiore o minore controllo degli algoritmi condizionerà il nostro grado di libertà. Governi ostili alla Società Aperta potrebbero certamente impiegarli per ragioni geopolitiche pericolose, come in parte già fanno con sistemi molto meno sofisticati. L’algoritmo, diventa quindi uno strumento di potere. Per gli storicisti gli algoritmi potrebbero essere il capitale e i mezzi di produzione del futuro.
Noi esseri umani, come Bolognini ben argomenta, siamo propensi per natura, a delegare molte nostre funzioni alle macchine, cedendo pezzi del nostro libero arbitrio. Così il controllo dell’algoritmo diventa un modo per influenzare le nostre scelte e quindi la nostra libertà.
Riflettiamoci, in attesa di un Governo. Chissà quando avremo un Governo delle Macchine? O le Macchine in Parlamento? Evitiamo battute, visto che la mediocrità della classe dirigente è stato il tema della settimana.
Buona settimana, da Brussels
Paga