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Alimentazione & LibertàSole 24 Ore – Pietro Paganini

Da Il Sole 24 Ore di Giovedì 27 Luglio 2018, commento sulla libertà di scelta, di gusto e di impresa contro l’approccio totalitarista di alcune organizzazioni internazionali come OMS/WHO, governi, e aziende. L’OMS vorrebbe limitare impiego zuccheri e grassi saturi per fermare eccessiva assunzione calorie. Così facendo obbliga le imprese a modificare le formule e quindi il sapore, mettendo sul mercato prodotti non buoni. Sono le eccessive calorie la causa dell’aumento del peso? Scopriamolo insieme.

Il testo integrale è disponibile qui sul sito del Sole 24 Ore o nell’edizione cartacea.

Ecco alcuni passaggi (Alimentazione & Libertà):

“Abbiamo capito che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha l’ambizione di limitare l’impiego di grassi saturi e di zuccheri nella formulazione dei prodotti alimentari. E’ una politica che sta dilagando pericolosamente coinvolgendo altre istituzioni come quelle europee o i governi nazionali come quelli scandinavi”.

 (I) In una Liberaldemcorazia compiuta nessuna agenzia internazionale come l’OMS o nessun governo dovrebbe stabilire per legge cosa e come dobbiamo mangiare. I cittadini dovrebbero poter scegliere liberamente così come gli imprenditori dovrebbero poter declinare i prodotti come meglio credono. Liberi di mangiare ciò che vogliamo e liberi di creare come vogliamo”.
“Perché allora all’OMS non si mobilitano per farci consumare più calorie limitando – per legge – l’uso dei videogiochi, delle serie TV, dei dispositivi mobili, e persino dei divani? Non sono una causa del presunto sovrappeso? E’ una provocazione, certo, sufficiente a smontare il teorema OMS”.
“(III) Le aziende alimentari secondo le burocrazie internazionali invece dovrebbero riformulare le ricette dei loro prodotti limitando la quantità di sodio, grassi saturi e zuccheri. Significa (punto I) imporre il sapore per legge, limitando la propensione dei ricercatori e degli imprenditori di sviluppare nuovi prodotti buoni per i consumatori”.
“(IV) E’ meglio ridurre le porzioni per esempio, come stanno già facendo alcuni produttori, senza snaturare il gusto. Come sempre il mercato e il metodo sperimentale su cui si fonda il confronto critico tra cittadini trovano soluzioni migliori rispetto all’atteggiamento egemonico delle burocrazie che preferiscono l’emotività collettiva alla scienza”.
“Purtroppo questa tendenza ideologica si sta diffondendo anche tra le imprese che invece dovrebbero rifuggirla. Per ragioni commerciali o per la medesima ipocrita isteria collettiva, talvolta mascherata da responsabilità sociale, anche le aziende si cimentano nel ruolo di nanny mettendo in secondo piano la qualità dei prodotti. La psicosi del “senza” sulle etichette, come i “senza olio di palma”, è emblematico. Un fronte unito dei cittadini e degli imprenditori a tutela della libertà di scelta e di impresa sarebbe molto più efficace. Non basta unirsi sotto una forma di formaggio Grana per difendere la libertà”.

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PNR