E’ Buio – PNR98 – Pietro Paganini
Introduzione al PNR 98
Ci stiamo avvicinando al PNR100. Sono molto frustrato perché mi rendo conto che non discutiamo più. Abbiamo archiviato il metodo sperimentale quale strumento del conflitto democratico che favorisce la maturazione delle idee in conoscenze. Perché e soprattutto quali potrebbero essere le – pericolose – conseguenze? Provo a fornirti degli argomenti. Resta che dobbiamo tirare a discutere se vogliamo costruire la Società Aperta.
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L’immagine di copertina è di Andre da Loba, una cortesia del NYT.
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E’ BUIO
Il metodo scientifico favorisce la maturazione delle idee in conoscenze, cioè più innovazione, prosperità e sviluppo delle libertà individuali. Il metodo scientifico e le idee sono dunque le due variabili fondamentali per la produzione e la diffusione di conoscenze. Il metodo scientifico senza idee serve a poco; così viceversa le idee senza lo strumento delle scienze non solo servono a poco ma possono essere pericolose. Esattamente ciò che stiamo registrando in questa complessa fase storica: un proliferare di idee prive di qualsiasi validazione scientifica. Vale a dire prive di attenzione ai risultati sperimentali.
PERCHE’ E’ IMPORTANTE? Senza conoscenze evolviamo assai più lentamente, anche ammesso ci si riesca. Le regole private del metodo della sperimentazione finiscono per contrastare la convivenza tra cittadini limitandone le libertà. Ci chiudiamo invece di aprirci. Bye Bye Società Aperta.
LA PAURA Non è solo un problema italiano ma riguarda molte regioni del mondo. I cittadini rifiutano la scienza perché hanno paura di affrontare la complessità con il lavoro lento e reticolo del metodo sperimentale. Preferiscono affidarsi alle formule magiche della stregoneria contemporanea che si manifesta con il ritorno rivisitato dell’autoritarismo e del populismo. L’illusione di poter risolvere i problemi rapidamente e senza la fatica del conflitto democratico rassicura gli animi ma rimane inevitabilmente un’illusione.
L’ETA’ BUIA? Si, forse stiamo ritornando, come ciclicamente succede, in una fase storica buia: alla ragione si preferiscono le scorciatoie delle promesse che evocano un mondo ideale che però contrasta con la realtà delle cose. E’ nella pratica un rifiuto del metodo sperimentale totale perché si manifesta in molte degli ambiti dell’agire umano, compresa la scienza stessa, il mercato, il lavoro e soprattutto la politica.
NON SI DIBATTE PIU’ Gli spazi del confronto si sono paradossalmente ridotti. Dovrebbero essere aumentati con l’avvento dei media sociali. Non è così. Questi danno l’illusione di una nuova agorà del confronto. Invece sono spazi per l’affermazione e la ricerca di verità rassicuranti perché artiche. Le ricerche in materia, poche, dimostrano che nelle reti sociali si rafforzano i pregiudizi e si moltiplicano esponenzialmente le distanze. I luoghi del conflitto democratico invece, stanno scomparendo. Le ragioni sono molteplici. La prima è certamente la complessità delle questioni in una fase di cambiamento storico tanto rapido quanto molto complesso in un contesto di un miriade di operatori attivi, globale, dove gli interlocutori con cui confrontarsi si moltiplicano.
I NEMICI DELLA SCIENZA Guardandosi in giro si scopre che oltre ai parlamenti, non funzionano le grandi istituzioni internazionali, così come i tradizionali luoghi dove si nutre il dibattito pubblico. Le imprese, si pensi al settore ambientale o alimentare, cedono alle imposizioni emotive degli stregoni di ogni genere, per paura di perdere il consumatore. Quest’ultimo si dice essere sempre più informato ed esigente. E’ vero? Dove trova le informazioni? Le sa elaborare?
SCIENZIATI STREGONI Molti uomini di scienza usano il metodo scientifico non come strumento critico per avanzare la conoscenza (falsificazione) ma come strumento confermativo (propaganda) delle norme esistenti attorno alle quali si fondano le comunità pseudo scientifiche e di interessi di potere. Per le scienze naturali come per quelle sociali. Si spiegano così due errori contrapposti. Da un lato il settarismo ideologico di tanti scienziati che decidono di contribuire alla politica: essi promuovono idee fisse e rassicuranti mentre negano qualunque cosa che possa mettere in dubbio i risultati della scienza. Dall’altro il disimpegno politico di tanti scienziati che riservano l’attività scientifica al di fuori della realtà quotidiana e così lasciano la ricerca nella mani dei politicanti.
COSA FARE? Stimolare il dibattito promuovendo il metodo sperimentale a cominciare dalle scuole dove, in Italia, è da sempre assente – per ragioni culturali avvinghiate al religioso e all’ideologico – e favorendo il discorso pubblico attorno alla scienza. E’ il compito di noi Liberali, politico e culturale.
E’ Buio – PNR98 – Pietro Paganini