smart school smart working pietro paganini

Not Smart School Not Smart working – PNR164 – Pietro Paganini

Buona Domenica 🌈  Smart School? La crisi epidemica rappresenta l’opportunità per elaborare una didattica nuova. Migrando la Scuola verso la modalità online possiamo comprendere tutti i limiti dell’attuale educazione. Gli strumenti tecnologici possono aiutarci in questo cambiamento necessario. Che utilità hanno ancora la lezione frontale, le interrogazioni, i compiti? Ecco cosa possiamo fare >>>

Il grafico della settimana è dedicato alla diffusione dello smart working >>>

Paganini non Ripete: idee per l’Home Office; la fine dell’ufficio; un gadget per restare in forma alla scrivania; l’Italia dal cielo: aria più pulita >>>

Tutta la e-zine 164 di Paganini non Ripete con le meravigliose immagini >>>

Illustration by Simon Landrein for the NYT >>>

NOT SO SMART SCHOOL NOT SO SMART WORKING

NOTA
Siamo un popolo di eroi che da il meglio di se nelle difficoltà? Non è forse meglio essere semplici cittadini che lavorano per evitare situazioni di emergenza?
Siamo così nella fase REATTIVA all’epidemia virale covid-19. La superficiale inesperienza rispetto al fenomeno, ma anche per la più grave mancanza della cultura del rischio e della prevenzione – PNR 162 – sono tra le ragioni che hanno allungato i tempi di questa decisione apparentemente drastica. 
Non aspettiamo ad avviare la fase PROATTIVA: prevenire che il virus possa tornare a diffondersi. 
Ci stiamo giustamente preoccupando di curare i malati. Ma il modo migliore per salvare vite, in attesa di una terapia, è quello di assicurare la fine della circolazione del virus. Non è la Cina il modello da seguire, ma Israele, la Corea e Taiwan. Conoscenze e tecnologie facilmente accessibili sono d’aiuto. Serve la volontà e la cultura. Si guardino le scienze ingegneristiche, e l’aeronautica, in particolare. 

NOT SO SMART SCHOOL NOT SO SMART WORKING?

In ogni crisi c’è un’opportunità. Improvvisamente e forzatamente ci stiamo dedicando allo Smart WorkingHome Office per essere più precisi. Abbiamo l’occasione di trasformare digitalmente i nostri processi organizzativi. Ciò che non abbiamo saputo o voluto intraprendere con lungimiranza lo dobbiamo urgentemente implementare nell’emergenza. 
Così per la Scuola, che è obbligata ad introdurre l’e-learning o meglio, la remote education. Questa modalità di insegnamento e apprendimento è l’occasione per trasformare radicalmente – finalmente – la didattica
SIMULACRO   Anche nel contesto contemporaneo della globalizzazione e della digitalizzazione, la Scuola è rimasta immune al cambiamento. Si continua ad insegnare secondo modelli rigidi che appartengono al passato e che ignorano il presente. 
Le conoscenze sono ormai diffuse e più facilmente accessibili, la Scuola e gli insegnanti non sono più i proprietari di queste conoscenze. La loro funzione deve perciò cambiare. 
PERCHÈ È IMPORTANTE?   Abbiamo l’opportunità di ripensare la didattica, consentendoci di apprendere in modo diverso per risolvere problemi sempre più complessi. 
LIFELONG LEARNING/CONTINUING EDUCATION   Non si smette mai di imparare. Non è un detto, è un fatto. Per le TRE R del cambiamento (radicale, rapido e routine) l’apprendimento non si ferma alla Scuola tradizionale. Anche gli adulti devono continuare ad apprendere. Se come ho scritto nel libro Allenarsi per il Futuro, si cambieranno tra le 5 e le 7 mansioni, le nuove generazioni dovranno acquisire competenze sempre diverse: torneranno a scuola.
SCUOLA PER TUTTI    La Scuola tradizionale non svolge più la sua funzione educativa. Le conoscenze e i saperi sono prodotti e resi disponibili da una moltitudine di istituzioni pubbliche e private in modalità diverse. La Scuola tradizionale deve aprirsi a strumenti nuovi usati da generazioni diverse. 
LA DIDATTICA VA CAMBIATA   Le lezioni frontali così come sono veicolate oggi sono inefficaci, soprattutto se online. Ore e ore di streaming non hanno senso. La funzione dell’insegnante tradizionale è superata. Deve organizzare il conoscere e i saperi che si trovano sulle tante piattaforme disponibili. 
LE LEZIONI   possono diventare un momento di confronto e di coordinamento rispetto ai problemi che i discenti imparano autonomamente ad affrontare con il supporto degli insegnanti. 
PROBLEM SOLVING   spariscono le interrogazioni (si interroga un sospetto non uno studente) perché l’obiettivo è quello di risolvere problemi attraverso le conoscenze. Accumulare saperi senza alcun fine ha poco senso
Così come spariscono le interrogazioni e le verifiche per lasciare spazio ai risultati di problemi risolti. Spariscono anche i compiti perché la didattica è una continua sperimentazione alla ricerca di soluzioni ai problemi da risolvere. 
IL SENSO CRITICO   Anche quelli filosofici e letterari sono problemi. La scienza è chiamata a risolvere problemiLa soluzione di problemi stimola il senso critico e il confronto. Non facciamo l’errore di conservare l’esistente intrappolati nella presunzione errata che solo il sapere fine a se stesso nobilita l’uomo. I sofisti e i socratici si confrontavano attorno a problemi complessi, per risolverli. 
LA POLITICA   Lo sforzo di adattare la didattica così rapidamente – e improvvisamente – alle esigenze della quarantena globale è apprezzabile. Tuttavia, avrebbe poco senso, cioè sarebbe uno sforzo inutile, se non venisse accompagnato da un ripensamento generale della scuola. È da anni che lo scrivo e lo chiediamo.  
Not so Smart School Not so Smart working – PNR164 – Pietro Paganini
Author

PNR