Recovery Fund Investimenti e Progetti – Radio Radio – Pietro Paganini
Sono intervenuto a Radio Radio, l’emittente radiofonica più nota della Capitale, per discutere di un tema molto caldo: il Recovery Fund, la manovra che permetterà la ripartenza economica del nostro Paese, con 209 miliardi di euro in più nelle casse statali.
Ecco un estratto dell’intervento a Radio Radio sia radio che web-radio >>>
Recovery Fund Investimenti e Progetti Radio Radio
Ieri mattina all’alba, Conte, Macron, la Merkel e gli altri esponenti europeisti hanno stipulato un accordo che rinsalda i legami tra gli Stati dell’Unione Europea, permettendo loro di arginare i danni della pandemia e rialzarsi con uno sforzo epocale.
Nei prossimi mesi i paesi UE dovranno discutere come gestire la nuova abbondanza di risorse (che, invero, arrivano in un periodo di estrema carestia).
Ho apprezzato che il Premier Conte abbia parlato di “responsabilità”. Ho sentito tanto giubilo ma nessuno che parlasse di responsabilità.
Ma come esercitarla?
Questi soldi vanno gestiti e resi, soprattutto, produttivi.
Rappresentano un investimento che da 1 dovrà portare 2, 3, 4 ed è questo ciò che temo: la poca produttività.
La cultura politica italiana induce a sprecare questa opportunità in un momento drammatico. Una cultura che punta poco alla crescita e agli investimenti produttivi ma anzi alla decrescita, a fare il minimo.
In Italia abbiamo aziende di grande valore e qualità. Non possiamo permettercelo, soprattutto in vista del rischio di farci comprare interi settori dai cinesi, dagli americani ecc.
Il denaro va investito con accortezza e concretezza ma l’estro non deve mancare.
Gli investimenti poco produttivi non solo gravano sul debito italiano ma hanno delle inevitabili ripercussioni su quello europeo.
Da qui nasce l’idea del c.d. “Freno di emergenza”.
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Approfondiamo questa clausola.
Il recovery fund è uno strumento rilevante che verrà usato contro i Paesi che amministrano male le risorse o non rispettano le condizioni dell’investimento.
I fondi non verranno elargiti in un’unica soluzione ma versati in più tranches: il Freno di emergenza può bloccarne il flusso.
Nessuno Stato potrà avere il diritto di veto, tuttavia il Premier olandese Mark Rutte ha preteso uno strumento che, in casi di emergenza e per il motivi sopracitati, condurrà ad un vertice UE nel quale gli Stati Membri potranno chiedere di verificare l’operato dello/degli Stato/i incriminato/i.
I vertici dei Paesi frugali hanno elaborato questo strumento che, prossimi alle elezioni, lo hanno usato come mezzo strategico per rassicurare i propri cittadini.
Esso rappresenta, comunque, un miglioramento sostanziale rispetto al meccanismo del MES.
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Considerazioni conclusive
L’Italia ha portato a casa un buon risultato.
Nessun Paese ha perso o ha vinto, perché in questo momento abbiamo vinto tutti, considerando che la posta in gioco è la sopravvivenza dei cittadini.
La manovra non ha la forza di quella americana ma ci porterà avanti fino alle prossime generazioni.