Il Parlamento e i Suoi Nemici – Il Fatto Quotidiano – Raffaello Morelli e Pietro Paganini – Commento
Con R. Morelli abbiamo scritto un commento per Il Fatto Quotidiano sul ruolo del Parlamento e i suoi nemici. In queste settimane abbiamo assistito ad un assalto al Governo – con argomenti anche condivisibili ma con strumenti anti democratici. Per Il Fatto Quotidiano abbiamo spiegato come funziona il Parlamento per dimostrare che le discussioni sul Governo passano dal Parlamento che rappresenta i cittadini. Qui abbiamo assistito, come scritto per Il Fatto Quotidiano, ad un attacco delle élite editoriali – i media – e le burocrazie istituzionali contro il Governo.
Purtroppo questo attacco è partito fuori dal Parlamento e ha provato ad evitare la discussione in Parlamento che rappresenta i cittadini. Si è provato a delegittimare il Parlamento con argomenti privi di senso costituzionale.
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Il Parlamento e i Suoi Nemici
Coloro che in politica adottano i principi e i comportamenti Liberali, non possono che essere soddisfatti delle procedure seguite per rispondere al tentativo di crisi extraparlamentare fatto dal Sen. Renzi con il fermo appoggio di tutti i più importanti mezzi di comunicazione. Tai procedure, hanno senza dubbio confermato la centralità del Parlamento nello scegliere, usando l’autonomia dei suoi membri.
Contrariamente a quanto scrivono quelle testate, i governi non vengono decisi dagli ambienti bene della finanza, della burocrazia istituzionale e dell’editoria. Vengono decisi dal voto dei cittadini che genera il Parlamento e che giudica i lavori nelle sue aule.
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Contrariamente a quanto scrivono quelle testate, le difficoltà nel convivere, rese più incombenti dalla pandemia, non si affrontano meglio con un governo forte, bensì con un Parlamento che decida di sostenere le prescrizioni del governo emesse intanto in base agli indirizzi della scienza sanitaria e in prospettiva in base al rilanciare con l’aiuto UE le condizioni per strutture produttive attivate dai cittadini in risposta alle esigenze civili .
Contrariamente a quanto scrivono quelle testate, nella Costituzione non esiste il concetto di maggioranza assoluta per fare un Governo (la mitica sceneggiata durata settimane sul raggiungere al Senato 161 voti). Non a caso, perché un simile concetto stravolgerebbe la logica parlamentare, che è necessariamente duttile, non bloccata, in modo da far davvero esprimere in parlamento i singoli rappresentanti dei diversi cittadini (il che non è mai uno sconfortante mercato delle vacche).
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Contrariamente a quanto scrivono quelle testate, un governo efficace ed all’altezza non è quello che dispone di larghi numeri nel consenso in aula, ma quello che si misura sui problemi concreti del convivere e si confronta con i parlamentari tenendo conto dei cittadini, senza voler mai indottrinare né i primi né i secondi.
Dunque non sono perdenti né il Paese (che conserva un indirizzo politico realistico) né Il Presidente del Consiglio (che ha indicato la strada parlamentare fin dalla conferenza stampa del 30 dicembre). Sono oggi perdenti quelli che hanno puntato freneticamente alla crisi extra parlamentare ed a fare del parlamento un puro passacarte; il tutto in una concezione della politica ridotta ad uno scontro di potere nella logica della partita a poker ubicata nei salotti buoni. Sono perdenti quelli che sono stati obbligati dalle loro stesse fughe in avanti ricattatorie, a non poter esprimersi coerentemente come opposizione (ruolo conseguente alle parole virulente in Senato) ma a doversi astenere per non spaccare Italia Viva (il che avrebbe dato una diversa maggioranza a Conte) e poter sostenere l’altro patetico bluff che IV sarebbe indispensabile per la maggioranza del Governo.
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È la vittoria del Parlamentarismo attraverso cui si rappresentano i bisogni e gli interessi dei cittadini. Chi sceglie altre vie per perseguire unicamente il potere e accondiscendere gli interessi di gruppi ristretti non fa altro che alimentare la rabbia dei cittadini. E quindi il populismo o il radicalismo.