La Conferenza episcopale italiana interviene nel confronto sui migranti e il ruolo delle ONG. Lo fa attraverso il presidente, il… Continue Reading
Il Progetto sull’Immigrazione non è l’Assistenza Indiscriminata
di Raffaello Morelli Il Codice del Ministro dell’Interno sui porti e le ONG è un passo di rilievo nella politica… Continue Reading
La Nuova Battaglia del Grano e il Protezionismo Maccheronico
di Pietro Paganini, Tempi.it Il governo introduce l’indicazione obbligatoria di origine del grano per la pasta. Non un buon affare… Continue Reading
Uno Mattina Estate – Rai Uno: Lingua Inglese, Italiani Bocciati
In tanti, praticamente tutti, studiano la seconda lingua (cioè l’inglese) e spesso la terza (almeno fino alle medie inferiori, per poi perderla alle superiori): il 98,4%. Eppure qualcosa non funziona: solo il 16% degli italiani parla infatti due lingue contro il 21% della media europea. E il 40% – forse è questo il dato più preoccupante – si ferma alla lingua madre. Numeri Eurostat da cui esce una situazione parzialmente contraddittoria: quella di un investimento a fondo perduto per il quale gli sforzi compiuti fino alla cosiddetta secondaria di primo grado di sfalda fra licei e istituti, lasciandoci sotto la media continentale.
Non solo scuola: difficile recuperare competenze durante le superiori e più avanti visto che continuiamo a fruire pochi contenuti in inglese, contrariamente ai Paesi nordici come Svezia, Danimarca e Olanda da anni al vertice delle classifiche della Ef. I film testardamente doppiati in italiano sono il simbolo di questa clamorosa pigrizia culturale ma lo stesso potrebbe dirsi della lettura, della musica, dei viaggi.
L’intervento di Pietro Paganini, ospite di Uno Mattina Estate
La Battaglia del Grano Rischia di Diventare un Boomerang Agricolo
di Pietro Paganini, La Stampa, 5 agosto Le politiche protezionistiche hanno conseguenze negative nel medio e lungo termine come hanno… Continue Reading
Proprietà Intellettuale e Fisica, l’Italia non Tutela Abbastanza
L’intervista di Lettera43 a Pietro Paganini Diritti di proprietà, eterni sconosciuti. L’Italia, si sa, non è mai stata sotto un… Continue Reading
Scioperi a Sorpresa, Solito Teatrino Italiano
L’intervista di Pietro Paganini su Tempi.it Il primo di agosto, proprio nel giorno clou delle partenze per le vacanze, i… Continue Reading
Le Iniquità di uno Stato Ricco di Sudditi Fiscali
Tempi, 27 luglio Siamo sicuri che il problema è l’aliquota troppo alta? La risposta è no. È vero che un’eccessiva… Continue Reading
Rainews – Studio24: Lo Stato delle Banche
Qual è lo stato delle nostre banche in un anno non facile per gli istituti di credito, dalla crisi di… Continue Reading
Rai1 – Uno Mattina Estate: Trasporto Regionale: l’Incubo del Pendolare
Il trasporto regionale è una delle componenti più importanti del sistema ferroviario nazionale che ogni giorno coinvolge oltre 10 milioni di passeggeri che usano il treno come mezzo principale per i loro spostamenti.
A seguito della Legge Bassanini, la competenza in materia di trasporto regionale è passata dal Stato alle Regioni che sono diventate l’interlocutore privilegiato con i diversi concessionari nel definire, attraversi i Contratti di servizio, la quantità, i costi e gli standard di qualità dei servizi ferroviari erogati sul proprio territorio. Inoltre, dal 2001, anche le risorse già destinate al finanziamento del servizio ferroviario locale sono state automaticamente trasferite alle Regioni.
Storicamente la maggiore domanda di trasporto regionale ha una connotazione di tipo pendolare ed è concentrate nelle regioni Lombardia, Lazio Campania, Toscana, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Liguria che insieme contano per oltre l’80% del totale nazionale. Il fenomeno è in continuo aumento e nel 2014 si sono registrate circa 100 mila persone in più rispetto all’anno precedente.
Il trasporto ferroviario regionale, in Italia, presenta non pochi problemi legati particolarmente ai bassi livelli di investimento, sia nelle infrastrutture che nella qualità del servizio. Materiale vetusto, tempi di percorrenza lunghi e servizio concentrato solo in determinate fasce orarie, congestione dei nodi urbani sono i principali problemi lamentati dall’utenza.
Nel corso degli ultimi anni le Regioni hanno investito nel trasporto ferroviario regionale mediamente meno dell’1% del loro bilancio.