Omnibus – La7: Meno sette giorni al Referendum

E’ iniziato il conto alla rovescia. Meno sette giorni al referendum costituzionale del 4 dicembre.

La democrazia italiana è abbastanza matura per sperimentare l’accentramento del potere esecutivo, se dovesse vincere il Sì? Non proprio. La nostra è una democrazia giovane, di appena settant’anni e non può essere ancora definita completamente liberale. L’allarmismo introno alle conseguenze di una vittoria del Sì, per cui si prefigurerebbe un embrionale schema autoritario, non è accettabile ed è fantasioso. L’aspetto, però, più deprecabile di questo tipo di accentramento è la sottrazione ai cittadini della libertà di scegliere, seguendo il concetto per cui uno solo individuo decide per tutti. Una vera riforma costituzionale dovrebbe partire da un presupposto diverso, quello garantire una maggiore sovranità al popolo, permettendo una convivenza reale e edificante fra le parti.

A questo scenario si aggiunge l’annuncio di Berlusconi, intenzionato a riprendere le redini di un Centro Destra frantumato. Il suo ritorno non può e non deve essere accolto con un sospiro di sollievo. Il riproporsi di Berlusconi evidenzia un dato di fatto ormai inappuntabile: il Centro Destra non ha più idee. E mancano uomini nuovi. Se è questa l’alternativa a Renzi, è pacifico sostenere che al PD non c’è una vera opposizione.

L’OMS e le regole che soffocano il libero mercato

Monitorare e promuovere azioni regolatorie e fiscali per ridurre il consumo di tabacco: questo l’obiettivo della Conferenza delle parti (COP7) che si terrà dal 7 al 12 novembre a Nuova Delhi, organizzata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS). All’ordine del giorno anche la regolamentazione in materia di sigaretta elettronica, e la possibile classificazione delle e-cigs come sigarette di tabacco.

Nonostante oncologi di fama mondiale abbiano esortato l’organizzazione delle Nazioni Unite a non prendere posizioni contro la sigaretta elettronica sulla base di possibili rischi non scientificamente documentati, l’indirizzo dell’OMS sembra, infatti, quello di voler procedere in modo univocamente vessatorio, riproponendo in questo settore la stessa battaglia ideologica già affrontata nell’agroalimentare, con la demonizzazione delle carni rosse, degli zuccheri, di tutte le bevande alcoliche. Allarmismi privi di un’epidemiologia incontrovertibile che si traducono, però, in tasse e imposizioni stataliste che avendo un impatto enorme sulla vita e le abitudini dei cittadini comportano effetti depressivi devastanti sui consumi e sulle filiere di produzione, mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro.

Secondo uno studio di Students for Liberty e Competere, se l’OMS continuasse a fare inutile allarmismo e il governo italiano proseguisse la deriva salutista già adottata da altri stati europei, il rischio nel settore del tabacco, sommato a quello dei prodotti alimentari e degli alcolici, consisterebbe in una perdita approssimativa di quasi 100.000 posti di lavoro nei prossimi 5-10 anni e in una riduzione del fatturato di circa 15 miliardi, penalizzando imprese che ora valgono quasi il 10% del PIL italiano, con conseguente calo dello stesso PIL di circa lo 0,7%.

In epoca di rete e di sociali, un tema delicato come quello del legame tra alimenti, bevande, fumo e cancro attrae enorme attenzione e genera grande rumore. In questo contesto la comunicazione, specie quella istituzionale e giornalistica è sempre meno efficace. Giornalisti e comunicatori rimediano come possono ricorrendo a una narrazione urlata, spesso esasperando il messaggio che così estremizzato colpisce ed influenza un pubblico già ipersensibile, modificandone abitudini e necessità.

Ne abbiamo parlato giovedì 27 ottobre a Milano in una proficua tavola rotonda Regolamentazioni internazionali e tasse contro l’industria italiana: chi sarà il prossimo? Un grazie sentito va ai relatori e a tutti i partecipanti.

Agorà – Rai3 – Addio ad Equitalia, ma tra il dire e il fare…

Per dire addio ad Equitalia serviranno almeno sei mesi. Il percorso tracciato porta a un’internazionalizzazione della riscossione all’interno dell’agenzia delle Entrate per far “cambiare verso” anche al riscossore: più compliance e meno intrusione. Un’agenzia delle Entrate non nella versione come la conosciamo adesso. Sarà infatti un ente rinnovato secondo le indicazioni arrivate da Fmi e Ocse nei rapporti consegnati lo scorso mese di luglio al ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. In sostanza, sarà garantita una maggiore autonomia gestionale. Una soluzione che dovrebbe consentire di superare anche i problemi legati all’incorporazione dell’attuale personale di Equitalia (sono circa 8mila i dipendenti), che hanno un inquadramento contrattuale “ereditato” dalle vecchie esattorie degli istituti di credito e finanziari. Per molti di questi poi ci sarebbe anche la questione dell’ingresso nel perimetro della Pa senza aver superato.

Il mio intervento questa mattina ad Agorà, ospite di Gerardo Greco.