La Stampa, 10 agosto 2016, La scarsa tutela della proprietà è una delle ragioni per cui facciamo fatica a fare… Continue Reading
Gli esiliati dalla Buona Scuola
E’ la Buona scuola di tutti? Giusta l’azione del Governo per eliminare il precariato fra gli insegnanti ma di pari passo occorre accettare una mobilità sempre più fluida all’interno del mercato del lavoro. Nel frattempo aspettiamo ancora l’appuntamento con una coraggiosa riforma della scuola, perché per ora non ne abbiamo viste.
Ho parlato di questo nel mio intervento ad Agorà, questa mattina su Rai3.
Il Governo dello zerovirgola positivo
Affaritaliani.it, 4 agosto 2016, Il Governo continua a vantarsi degli zerovirgola positivo. Fosse una formica ne accumulerebbe tanti per fare… Continue Reading
Il mercato alternativo di capitali per dare respiro alle imprese
La Stampa, 2 agosto 2016, Il ministro Padoan ha annunciato per l’ estate un decreto per favorire l’accesso delle piccole… Continue Reading
Cercasi volontari per Stefano Parisi
Affaritaliani.it, 29 luglio, Si cercano volontari per sostenere Stefano Parisi. I candidati devono avere idee e soprattutto capacità di diagnosi… Continue Reading
Uno Mattina – Rai 1: Tuteliamo l’efficienza del lavoro
Alla luce di quanto emerso dalla bozza della riforma del pubblico impiego, risulta necessario focalizzarsi sull’efficienza del lavoro. Negli ultimi anni il nostro Paese ha perso produttività a causa delle gravissime lacune nel settore digitale, è evidente che abbiamo una bassa capacità di rendere efficiente il lavoro non a caso fatichiamo a premiare il merito. Questo è dovuto alla poca flessibilità che abbiamo nel valorizzare forme nuove di lavoro, tendiamo ancora a pagare il lavoro per ora lavorata quando invece avrebbe più senso soffermarsi sulla rapidità ed efficacia del lavoro svolto.
La tassazione sul lavoro, scarsa digitalizzazione, poca efficienza: tutto questo rende instabile e precario il mercato del lavoro. Quello che attende i giovani italiani sarà un mercato del lavoro entra/esci, in cui le competenze guadagnate a scuola risulteranno già vecchie ed obsolete non appena si tenterà di affacciarsi nel sistema. La fascia dei cinquantacinquenni che oggi hanno perso il lavoro, nel medio periodo si scorcerà verso frange di popolazione più giovane, come i trentenni, persone a cui si richiederà una formazione del tutto nuova per sfidare la competizione lavorativa di un mercato in costante trasformazione.
Questo deve esserci di lezione. Le imprese devono tornare nelle scuole e le scuole devono avvicinarsi alle imprese.
Con la nuova riforma del pubblico impiego si dovrebbe limitare il merito ad alcuni e non a tutti alla luce di obiettivi raggiunti che, ragionevolmente non potranno essere soddisfatti da chiunque. E’ un efficientamento della spesa che nel pubblico, come già avviene nel privato, deve spingere i dipendenti a fare sempre meglio.
Ponza D’Autore: un confronto tra giornalismo e informazione
D’Autore è un progetto culturale nato dal giornalista e scrittore Gianluigi Nuzzi per dare spazio a chi porta idee, esperienze, conoscenza e cultura…. Continue Reading
La sinistra c’è e ci prova. La destra no
Affaritaliani.it, 21 luglio 2016, Il Centro Destra si è fermato al passato. Nelle ultime settimane la Camera ha presentato il documento… Continue Reading
Agorà – Rai3: Il costo di accettare la corruzione
Nei giorni dell’ira non bisogna lasciarsi trasportare dalla pancia, ma occorre farsi guidare da riflessioni strutturate su problemi reali. Come la questione del reddito di cittadinanza, di cui si sta ricominciando a parlare in diverse parti del mondo e su cui vorrei fare chiarezza. Il reddito di cittadinanza è un sussidio universale e non condizionato: in altri termini lo ricevono tutti quanti, per un tempo indefinito e indipendentemente dalla loro ricchezza o da altri redditi che percepiscono. Altra cosa invece è il reddito minimo garantito, che un programma universale e condizionato, nel senso che le sue regole determinano chi può avere diritto al sussidio e chi no. Il reddito di cittadinanza non esiste praticamente in nessun paese del modo, mentre il reddito minimo è molto usato in Europa e, come sempre, ha i suoi sostenitori e i suoi detrattori. Il reddito di cittadinanza ha un solo grande problema: è costosissimo. Il reddito minimo garantito, invece, è molto più economico, ma è difficile fare una stima esatta. Essendo una misura “condizionata”, bisognerebbe capire quali sono le regole che lo farebbero scattare prima di poter ipotizzare il suo costo.
Altro nodo cruciale su cui ho riflettuto questa mattina ad Agorà, ospite di Serena Bortone, è il costo della corruzione in Italia. Non esistono delle stime precise – si parla di decine di miliardi – ma ciò che è sicuro è che la criminalità si annida e si insinua fra le maglia di una burocrazia lentissima e complicata. E così si spacca il Paese, tra opere che vengono realizzate in trasparenza, altre che non vengono realizzate per niente, altre ancora che sono state tirate su tra l’incompetenza e la sciatteria. Non fingiamo però di non capire quale sia il grande problema: una sottaciuta cultura dell’accettazione che alimenta la criminalità e l’approssimazione.
Rifare l’Italia – Il mondo del lavoro e la rivoluzione digitale
Lunedì 18 luglio ho avuto l’incredibile opportunità di prendere parte alla Tavola Rotonda organizzata dall’associazione Rifare l’Italia. Abbiamo affrontato la spinosa… Continue Reading