La Stampa, 15 luglio 2016, Uno spettro si aggira per l’ Europa. Non è il comunismo, ma il populismo, un… Continue Reading
Le previsioni sbagliate e la turbo finanza
Affaritaliani.it, 14 luglio 2016, Torno sul Brexit. Torno sulla volontà del Governo di istituire una Free Tax Area su Expo…. Continue Reading
Arriva il primo documento per favorire la manifattura 4.0
Affaritaliani.it, 7 luglio 2016, Il Parlamento ha finalmente presentato il primo documento per favorire la manifattura 4.0. Arriva 10 anni esatti… Continue Reading
Omnibus La7 – L’Europa dopo la Brexit
Quale sarà il futuro dell’Europa dopo la Brexit? Questa mattina sono stato ospite di Omnibus La7, per ragionare e mappare le incertezze politiche ed economiche europee a seguito del voto al referendum britannico. Partendo da presupposto che il mondo sta cambiando da un punto di vista tecnologico, lavorativo ed economico, l’Unione Europea non è stata in grado di rispondere in maniera adeguata, ad oggi questa lacuna impone una trasformazione nel modello di sviluppo europeo.
L’Europa dovrebbe portare avanti una riflessione sulla propria struttura, ma la verità è che l’Europa non esiste in quanto Stati Uniti d’Europa, ma in quanto un’Unione di Stati i cui rapporti sono regolati da una serie di trattati. Tuttavia, i Paesi continuano a rivendicare una loro egemonia ed identità, soffrendo la delega di una parte della loro sovranità a Bruxelles. Non dimentichiamoci che poco più di un anno fa sull’Europa aleggiava lo spettro di un’altra EXIT, quella greca. La Grexit non l’ha risolta ancora nessuno e la Grecia, a parte qualche timida riforma strutturale, rimane uno stato completamente privo di un’economia industriale su cui dovrebbe dipanarsi la ripresa.
A questo si deve aggiungere la difficoltà che Milano riscontra nel trasformarsi in un vero e proprio hub finanziario europeo. I CEO e gli azionisti delle grandi multinazionali, nel caso in cui vagliassero l’opzione di abbandonare Londra, a seguito della Brexit, per portare i loro HQ in altre città europee, difficilmente opterebbero per Milano, preferendole Dublino o Francoforte. Non è una questione meramente legata al fisco, che in Italia è comunque più alto rispetto ad altri paesi europei, ma è la difficoltà che si riscontra a fare impresa nel nostro Paese a disincentivare gli investimenti. Una burocrazia esageratamente complicata, come quella italiana, ed un sistema legale non sempre limpido, distraggono dalle importanti prospettive che potrebbe giocarsi la città di Milano, in quanto unica città italiana dallo spirito europeo ed internazionale, a seguito del voto britannico in favore della Brexit.
Tax area o non tax area? Prima serve l’ecosistema
Affaritaliani.it, 30 giugno 2016, Milano s’è desta. Ora siamo in tanti a volere una città che finalmente stimoli e attiri… Continue Reading
Milano cambi se vuole davvero essere capitale
La Stampa, 29 giugno 2016 Ci voleva la Brexit per svegliare Milano. Sono finalmente in molti a riconoscere che l’uscita… Continue Reading
Studio24 – Rainews: Brexit e la nuova Europa
Il primo martedì dopo Brexit è quel giorno infausto in cui è d’obbligo iniziare a mappare e misurare la nuova Europa. Il compito principale… Continue Reading
E se la Brexit fosse un’opportunità?
Affaritaliani.it, 23 giugno 2016 – E se la Brexit fosse un’opportunità per l’Italia? Siamo così certi che il rifiuto di Londra… Continue Reading
Studio24 – RaiNews: Brexit, ore decisive
Sono ore decisive per la Brexit. Se la Gran Bretagna dovesse votare l’uscita dall’Unione Europea, venerdì 24 giugno la prima… Continue Reading
Studio24 – Rainews: Se la Brexit facesse la fortuna di Milano?
Se la Brexit facesse la fortuna di Milano? Non si può stabilire a tavolino l’impatto dell’uscita di un Paese europeo dall’Unione, dal… Continue Reading