Matrix – Canale 5: Bancomat Obbligatorio, Solita Imposizione all’Italiana

Bancomat obbligatorio per professionisti, commercianti ed artigiani a partire dal 2017. Le sanzioni previste per professionisti, commercianti e artigiani che non accetteranno pagamenti con bancomat e carta di credito saranno di 30 euro per operazione; l’obbligo di dotarsi di POS sarà rivolto in via generica a tutti gli esercenti e i professionisti a diretto contatto con il pubblico. Esenzione prevista, per il momento, soltanto per tabacchi e benzinai.

Il decreto sul bancomat obbligatorio metterà in pratica quanto previsto prima dal decreto crescita 2.0 del 2012 e poi dalla Legge di Stabilità 2016, con la quale era stato introdotto l’obbligo per professionisti e commercianti di dotarsi di POS e accettare pagamenti con bancomat o carta di credito per importi superiori ai 5 euro.

Le sanzioni per chi rifiuta pagamenti con bancomat per importi anche minimi saranno rivolte a tutti gli artigiani, commercianti e professionisti che lavorano a diretto contatto con il pubblico.

Stessa cosa per gli artigiani e per i professionisti; questi, tuttavia, potranno beneficiare dell’esenzione sulle sanzioni per chi viola le regole sul bancomat obbligatorio soltanto qualora operino in studi associati e non svolgono lavoro di consulenza diretta con la clientela.

Esonero per tabaccai e benzinai, ma nessuna esenzione in base al fatturato: secondo quanto previsto dal precedente decreto attuativo, l’obbligo di POS non interessava chi aveva ricavi inferiori a 200.000 euro, disposizione tuttavia scaduta il 30 giugno 2014.

Il meccanismo sanzionatorio utile a incentivare l’uso della “moneta di plastica” esiste già ed è previsto dal Codice penale in vigore. Si tratta dell’articolo 693 secondo cui «chiunque rifiuta di ricevere, per il loro valore, monete aventi corso legale nello Stato, è punito con la sanzione amministrativa fino a trenta euro». E per renderlo operativo anche nei casi di transazioni commerciali effettuate con la moneta elettronica si starebbe ragionando sull’ipotesi di calare la norma del codice penale (già depenalizzata a sanzione amministrativa) nel decreto legislativo esaminato da Palazzo Chigi e inviato in Parlamento per i pareri che attua la nuova direttiva sui servizi di pagamento nell’Unione europea e commissioni interbancarie sulle operazioni con carta di pagamento nota come Psd2 (payment services directive) e che nella sostanza riduce le commissioni interbancarie allo 0,3% sulle carte di credito e 0,2% su quelle di debito (ad esempio il bancomat) e ancora di più sui micropagamenti fino a 5 euro.

Quindi:

  • Per le operazioni nazionali tramite carta di credito ad uso dei consumatori di importo inferiore a 5 euro i prestatori di servizi di pagamento applicano una commissione interbancaria di importo ridotto rispetto a quelle applicate alle operazioni di importo pari o superiore a 5 euro.
  • Per i pagamenti con POS di importo fino a 5 euro verrà applicato un massimale dello 0,3% sul totale del pagamento effettuato con carte di credito, e dello 0,2% per chi paga con carte di debito, così come previsto negli altri Paesi dell’UE che hanno già recepito la direttiva del 2015.

Omnibus La7 – Italia, Storia di un Welfare Tarocco

Dopo otto mesi positivi, a maggio è tornata a salire la disoccupazione, sia a livello generale che a livello giovanile. Il tasso di disoccupazione risale così all’11,3% (+0,2 punti percentuali rispetto ad aprile) e quello giovanile al 37% (+1,8%). Lo stima l’Istat aggiungendo che l’incidenza dei giovani della stessa classe di età è pari al 9,4% (cioè meno di un giovane su 10 è disoccupato). Questa tendenza risulta in aumento di 0,4 punti percentuali rispetto ad aprile. Il tasso di occupazione cala di 0,5 punti, mentre quello di inattività rimane invariato. Risultano in aumento solo gli occupati ultracinquantenni e i dipendenti con contratti a termine: con la fine degli incentivi voluti dal Governo Renzi si inverte dunque la stabilizzazione.

Le rilevazioni dell’ISTAT si incrociano tristemente con i dati presentati pochi giorni fa dall’INPS. Nel 2005 i più poveri di tutti erano gli over 65, circa il 4% sul totale. Nel 2015 è la classe d’età che se la passa meglio di tutti, anzi gli unici a stare meglio rispetto a dieci anni fa. Non si può dire lo stesso degli under 17, in cui la percentuale di poveri triplica, passando dal 4% al 12%. Così come accade per la classe di età tra i 18 e i 34 anni, i cui poveri sono passati dal 3% al 10%. In poche parole, le uniche due classi di età la cui popolazione in povertà assoluta supera la soglia di uno su dieci sono quelle al di sotto i 34 anni.

Alla luce di questi numeri, ci si aspetterebbe che i trasferimenti erogati dal welfare italiano siano in buonissima parte protesi a coprire questo disequilibrio. Del resto, non è forse vero che la disoccupazione giovanile lambisce il 40%, che ci sono 2 milioni e mezzo di giovani che non studiano e non lavorano, che siamo il Paese che fa meno figli in Europa e che questo creerà non pochi problemi a quegli stessi giovani di oggi quando giovani non lo saranno più?

Omnibus La7: Legge Elettorale, Pronti per un Nuovo Round

E’ attorno a due grossi schieramenti che verte ad ora il dibattito: chi vuole il premio alla lista e chi preferisce il premio alla coalizione. Se la legge non cambierà, si andrà al voto con il cosiddetto Consultellum, ovvero le leggi di Camera e Senato così come modificate dalla Corte costituzionale dopo la bocciatura di Porcellum e Italicum: il premio di maggioranza c’è solo alla Camera e viene assegnato alla lista che superi il 40%. Con un sistema del genere, i singoli partiti sarebbero spinti a correre da soli (o tutti dentro lo stesso “listone”), ma è difficile che qualcuno raggiunga il 40%, dunque dopo il voto è
più probabile che si vada verso un governo di larghe intese.

L’intervento di Pietro Paganini ad Omnibus La7