Banda larga, tra neostatalismo e sperpero pubblico

“Banda larga: neostatalismo largo e uso largo di denaro pubblico”, questo il titolo del Convegno introdotto e coordinato dai parlamentari Daniele Capezzone e Massimo Corsaro, presso la Camera dei Deputati nella Sala del Mappamondo.

Oltre al sottoscritto, hanno partecipato fra gli altri, Raffaele Barberio, direttore di Key4biz, Lorenzo Castellani, Direttore Scientifico della Fondazione Einaudi, Franco Debenedetti, Presidente dell’Istituto Bruno Leoni, Luigi Gabriele, Associazione Consumatori Codici, Giuseppe Pennisi, Consigliere CNEL, economista ed editorialista, Massimo Trovato, Istituto Bruno Leoni, e Francesco Vatalaro, docente di Telecomunicazioni presso l’Università di Roma Tor Vergata.

 

 

 

Milano Città Stato, Milano Città dell’Innovazione

I candidati Sindaco della Città di Milano devono condividere l’ambizione di costruire la città che diventi modello di sviluppo per il resto del mondo. Milano deve essere attrattiva, deve trattenere, e soprattutto deve competere. Milano deve essere la meta ambiziosa di imprenditori, investitori e turisti. Deve essere la città dove i milanesi prosperano e accrescono la loro libertà. Milano deve diventare una città autonoma, come le altre grandi capitali europee, Parigi, Berlino e Londra. Nasce così #Milanocittàstato. Deve essere anche una freezone, un’area giuridicamente indipendente dal punto di vista legale, economico, amministrativo e politico.

I candidati Sindaco hanno firmato il pledge che gli abbiamo presentato, impegnandosi a concretizzare la grande area metropolitana con l’elezione diretta del sindaco. Hanno firmato per costruire la città del futuro, la città che tutti vogliono.

Vedi il mio articolo per il Corriere della Sera: Milano Città dell’Innovazione

 

 

La Fondazione Agnelli ospita “Allenarsi per il Futuro”

Abbiamo portato la nostra idea di futuro nuovamente a Torino, questa volta ospiti della Fondazione Agnelli.

Essere CURIOSI, essere CREATIVI ed essere INTRAPRENDENTIsono queste le tre principali attitudini attorno alle quali deve essere strutturata l’attività di insegnamento, in un contesto nel quale il sapere è facilmente accessibile e condivisibile attraverso la rete e le tecnologie.

La scuola, insomma, deve necessariamente cambiare e diventare smart, ovverosia racchiudere in sé un mix di qualità molto più che apprezzabili: indispensabili. Devono cambiare le classi – quelle di oggi, frontali, sono obsolete – che devono aprirsi e trasformarsi in laboratori di sperimentazione e collaborazione. Anche il ruolo dell’insegnante deve essere ripensato: da tramite attraverso il quale apprendere a coordinatore a quello di guida e motivatore.

La scuola con la S maiuscola deve essere il luogo dove scoprire e provare a risolvere problemi, dove sbagliare e imparare a rialzarsi. Deve tornare a essere una palestra dove poter giocare e allenarsi. Perché è proprio lì, nella nuova scuola, che si inventano le professioni del futuro.

Allenarsi per il Futuro, proponendo la “classe intelligente” o la”classe aperta”, riesce ad andare oltre il tradizionale dibattito attorno alla riforma della scuola, incentrata sull’organizzazione del lavoro e sulla pianificazione dei programmi, che tra l’altro negli anni ha prodotto risultati molto scarsi, per offrire invece un nuovo paradigma didattico e pedagogico, capace di rimettere al centro di tutto lo studente di ogni ordine e grado. Perché una cosa è certa: la scuola non può più essere un’istituzione separata dal resto della società, ed in particolare dal mercato del lavoro, ma oggi più che mai deve essere integrata come spazio dove allenare costantemente curiosità, creatività e intraprendenza, oltre che apprendere nuove conoscenze ed esperienze. Si tratta di saper accogliere le naturali dinamiche dell’evoluzione come avviene nel gioco dove chiunque può qualificarsi e riqualificarsi in funzione delle opportunità o delle esigenze del mercato del lavoro.